ADAMESTEANU DINU
DINU ADAMESTEANU, ARCHEOLOGO RUMENO A GELA
Dinu Adamesteanu, alla
veneranda età di 91 anni, ha concluso la sua
esistenza terrena. L’archeologia italiana ha
perduto un insigne studioso di fama
internazionale che ha dedicato tutta la vita
alla ricerca, contribuendo in maniera
determinante a scrivere la storia del nostro
passato remoto, a portare alla luce ed a
valorizzare gran parte del patrimonio
archeologico del nostro territorio. Durante la
sua attività, iniziata qui nel 1951, è stato
sempre legato alla nostra comunità, tanto da
ricevere attestazioni di ogni genere. La sua
scomparsa ci ha privato di un personaggio che ha
fatto conoscere nel mondo la nostra storia e la
nostra identità più profonda.
Adamesteanu nacque a
Toporu,
un villaggio della Romania, nel 1913 nel bel
mezzo di due guerre balcaniche. Dopo aver
frequentato le scuole primarie, si trasferì
nella capitale
Bucarest per
continuare con le superiori nel
Seminariul Central
e quindi con l’università nella facoltà di
Lettere. Nel 1939 fu inviato dall’università
rumena all’Accademia
di Romania a Roma
dove successivamente, nel 1945, conseguì la
laurea.
Nel 1955, grazie all’interessamento dell’On. Aldisio, gli fu concessa la cittadinanza italiana; nello stesso anno fu nominato Ispettore presso la Soprintendenza di Agrigento. Le ricognizioni e gli scavi gli permisero di far luce sulla penetrazione rodio-cretese nella parte centromeridionale dell’Isola e sulle trasformazioni avvenute nei centri indigeni a contatto con la civiltà greca. Nella seconda metà degli anni Cinquanta fu promotore della realizzazione del nostro museo archeologico, inaugurato nel 1958. In questo stesso anno fu chiamato a Roma per dirigere l’Aerofototeca nazionale in concorso con lo Stato Maggiore Aeronautico. L’anno dopo ricevette anche l’incarico di dirigere una missione archeologica in diversi paesi del Medio ed Estremo Oriente. Dopo aver lasciato la Soprintendenza di Agrigento, nel 1964 fu nominato Soprintendente alle Antichità della Basilicata. Alla sua opera instancabile va ascritto il merito della realizzazione degli scavi nel Melfese, con la scoperta dell’antica Heraclea, e del Museo Nazionale della Siritide Adamesteanu, nonostante i gravosi e continui impegni istituzionali, trovò anche il tempo per produrre una copiosa e ricca bibliografia (che recentemente è stata curata dalla prof.ssa Liliana Giardino dell’Università di Lecce). Per la sua notorietà, per le sue competenze, la sua facile comunicativa e per la conoscenza di diverse lingue, partecipò a seminari e conferenze nei maggiori centri d’Italia, di Francia, di Germania, di Iugoslavia, di Romania e di altre nazioni. Nel 1971 conseguì la libera docenza all’Università di Lecce e qualche anno dopo ne diventò prima professore incaricato e, successivamente, professore ordinario per l’insegnamento di Etruscologia ed Archeologia Italica. Per l’apprezzata attività organizzativa e per le ricerche fatte nel 1973 vinse il Premio Feltrinelli per l’Archeologia. Nel 1977 lasciò la
Soprintendenza della Basilicata per andare a
dirigere quella della Puglia a Taranto. Nel
luglio del 1978, per raggiunti limiti di età, fu
collocato a riposo. Due anni dopo, il 30 ottobre
del 1980, gli fu conferita dalla Presidenza
della Repubblica una medaglia d’oro come
“benemerito della cultura e dell’arte”.
Ritornato alla sua residenza di Policoro
continuò a lavorare per portare a termine
diverse pubblicazioni e per continuare diversi
impegni come consulente scientifico
dell’Accademia di Villa Giulia e come membro
della British School e dell’Ecole Francaise.
L’ultima venuta a Gela di Dinu Adamesteanu fu
nel mese di aprile dello scorso anno per
partecipare alla manifestazione “I Pionieri
dell’Archeologia”, organizzata dall’Assessorato
al Turismo della Provincia Regionale di
Caltanissetta.
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