SALVATORE SOLITO
SALVATORE
SOLITO E LA SUA PITTURA
Nella casa paterna,
all'angolo tra le vie Morello e Cairoli, i
quadri dei dipinti del farmacista Solito
andavano riempiendo, col passar del tempo, tutti
i muri delle stanze; in particolare in quattro
di esse al primo piano si vedevano più quadri
che pareti. Anche nelle pause del lavoro, tra un
cliente e l'altro, quando si trovava nella sua
farmacia, in una stanza attigua si dedicava “al
culto delle muse”; ricordiamo ancora il
cavalletto che si intravvedeva dall'uscio di
quella stanza, i numerosi dipinti affissi alle
pareti e quell'odore di vernice fresca dei
colori che si mischiava a quello dei medicinali
che allora spesso erano preparati nella stessa
farmacia.
Salvatore Solito,
'u sbizzìali,
il 13 maggio 1983 è mancato alla vita e chi
apprezzava la sua arte sa di aver perso un
artista conterraneo dalla vena pittorica
vigorosa e nello stesso tempo raffinata, un
pittore autodidatta che amava i paesaggi, il
folklore della terra natìa che dipingeva
animandoli con una vivacità di colori assai
singolari ed impareggiabili. Amava la natura ed
in particolare i fiori che in buona parte
dipingeva esclusivamente per la moglie
Elisabetta. La pittura di Solito è stata da
sempre multiforme; passava con molto ingegno e
perizia dal ritratto al paesaggio, dal quadro
religioso al disegno folkloristico, dal nudo
femminile di delicato pudore alla caricatura.
Oltre a premi e
riconoscimenti la sua attività artistica fu
accompagnata da numerose personali in molte
gallerie d'Italia e all'estero. E a Gela? A Gela
realizzò solo una personale, perché riteneva a
ragione che l'ambiente culturale gelese, povero
e disinformato era poco interessato nei suoi
confronti, e ciò lo fece sempre desistere dal
realizzare nella sua città altre mostre. Ma,
nonostante ciò, nell'ultimo periodo della sua
vita, il desiderio di ripetere una mostra nella
sua Gela diventava sempre più forte: forse se
fosse vissuto ancora qualche anno, lo avrebbe
esaudito, grazie anche al programmato impegno di
alcuni suoi amici come il compianto preside
prof. Virgilio Argento, che pubblicò a cura del
Distretto Scolastico n.10, un Album (Gela
nella pittura di Salvatore Solito),
in due volumi sulla sua pittura: un giusto
riconoscimento ad un artista “esiliato” dai
gelesi.
“'U
mastru sbizziali”,
come lui stesso soleva definirsi, ha lasciato un
testamento spirituale alla famiglia e agli
amici: i suoi dipinti devono rimanere patrimonio
artistico della popolazione gelese. Testamento
che purtroppo non potrà essere più esaudito
poichè i dipinti di Solito oramai sono stati
quasi tutti venduti, uno degli ultimi acquirenti
è stato il Comune di Gela con l’acquisto di
quattro dipinti ad olio sulla Passione di Gesù. |