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GIUSEPPE NAVARRA

GIUSEPPE NAVARRA, ALLIEVO DI ARTURO TOSCANINI

 

    Il corteo di migliaia di persone che seguiva il feretro si fermò sullo spiazzo antistante all’ingresso sud della chiesa Madre, aspettando che la salma del cav. Navarra fosse introdotta nella chiesa per l’estrema unzione. Nella stessa mattinata tra il clero di Gela e alcuni amici dell’estinto ci furono febbrili incontri affinché il parroco della chiesa Madre, Monsignor Gioacchino Federico, si convincesse a dare il nullaosta all’ingresso in chiesa della salma, anche per una semplice benedizione. Il Cavaliere era un galantuomo, possedeva una carattere mite e buono ed era, inoltre, un fervente cattolico. Però, militava nel Partito Socialista Italiano e ciò gli impediva di essere ammesso da morto in chiesa, anche se il giorno prima, da vivo, aveva preso la comunione nella chiesa di Sant’Agostino. Mentre passavano i minuti, la folla rumoreggiava sempre più forte. L’insistenza della gente convinse chi si trovava dentro l’edificio ad aprire prima che fosse sfondata la stessa porta, cosicché la folla si riversò in chiesa preceduta dalla bara del Cavaliere che fu posta sul pavimento vicino l’altare maggiore. Se le suppellettili poi non furono danneggiate lo si deve al prof. Vincenzo Giunta, amico del Cavaliere e allora anche lui militante del Partito Socialista, il quale convinse il parroco a benedire la salma. Era il 10 febbraio del 1961: nella plurisecolare storia di Gela non era mai successo che il popolo entrasse con furore in un edificio di culto per invocare un principio di cristiana eguaglianza.

    Giuseppe Navarra nacque a Terranova di Sicilia il 7 luglio 1888. Unico rampollo di una aristocratica famiglia, fu educato ai più nobili principi e virtù dell’animo umano e suo padre Giacomo, già sindaco di Gela dal 1904 al 1911, protagonista di un’epoca amministrativa che è rimasta indelebile negli annali del nostro Comune, rappresentò per lui un costante esempio. Terminati gli studi superiori si trasferì a Roma dove frequentò con profitto il Conservatorio di Santa Cecilia. Conseguì, inoltre, il diploma di maestro di viola al conservatorio Luigi Cherubini di Firenze e a Milano quello di direttore d’orchestra. La morte immatura del padre, però, gl’impedì di iniziare quella brillante carriera, nonostante le pressioni del grande Arturo Toscanini che avendolo conosciuto e apprezzato, voleva portarlo in America come aiutobacchetta. Così nel 1911 tornò a casa per aiutare la madre ad accudire ai propri averi e qui la passione per la musica, che non fu mai seconda nei suoi impegni, lo indusse a fondare a proprie spese una scuola musicale. Fu proprio per la gestione di tale scuola che il Navarra dilapidò parte del proprio patrimonio, ma ne valse la pena dal momento che da essa si formarono diversi allievi che riuscirono ad occupare ruoli importanti in campo musicale. Di essi si ricordano: Luigi Casciana, primo violino al Teatro Reale dell’Opera di Roma, Salvatore Lumia, violoncellista al San Carlo di Napoli, Gaetano Milana, primo violino nell’Orchestra Filarmonica di New York, Nicolo Romano, violoncellista nell’Orchestra Sinfonica di Ginevra, Francesco Cacciatore, Emanuele Catania e Emanuele Caruso, quest’ultimo divenuto uno dei più completi e geniali liutai d’Italia. Tra il 1938 e il 1940 Giuseppe Navarra ricoprì nel nostro Comune gli incarichi di Commissario Prefettizio prima e di Podestà dopo.

    Giuseppe Navarra si può ritenere come uno dei pochi amministratori che recepì veramente i problemi culturali della città e le esigenze della popolazione, in modo particolare quella dell’edilizia abitativa: forse, fu l’unico a prevedere con quaranta anni di anticipo l’esplosione dell’abusivismo edilizio. Inoltre, nella qualità di Direttore della locale “Associazione Amici della Musica”, riuscì a dar vita ad una corposa serie di manifestazioni artistiche con la presenza, tra l’altro, nel nostro teatro comunale di famosi nomi come Casella, Bonucci, Poltronieri, Brengola ed altri ancora. Fu artefice anche della riapertura della Biblioteca Comunale, chiusa da anni per mancanza di personale, che affidò al compianto Preside Giovanni Mela. Nel dopoguerra fu candidato al Senato e all’Assemblea Regionale senza però raggiungere il quorum necessario di voti; ricoprì poi la carica di segretario politico locale del Partito Socialista e, nel 1960, fu eletto consigliere comunale. Nel 1961, nella prima amministrazione di centrosinistra, gli fu affidato l’incarico di assessore ai LL. PP., incarico che non poté espletare per la sopravvenuta morte. Nel 1998 il Comune di Gela istituì una scuola musicale che intitolò al cav. Giuseppe Navarra.

    A chiusura della biografia ci piace riportare il testo di una lettera del Navarra inviata al Signor Podestà di Gela, testo fornitomi dal figlio Totò Navarra.Nell'anno 1911, trovandomi, stabilmente, a Gela causa la prematura morte di mio padre, fui pregato da un operaio certo Lumia Francesco, calzolaio da Gela, di dare lezione di violino al di lui figlio Emanuele già avviato allo studio del violino. Non seppi rifiutarmi però, in seguito alla venuta del Lumia, vennero altri padri fra i quali Tignino Salvatore, Casciana Rocco ed altri i quali mi affidarono i loro bambini. Ben presto la mia casa si popolò di alunni poveri ai quali diedi sempre lezione gratuitamente. Intanto, per evitare il disturbo che arrecavano i ragazzi a mia madre, immersa nel dolore per la morte del giovane marito, mi rivolsi al Sindaco del tempo l'Avv. Barone Antonino Giurato il quale, da autentico intellettuale, mi concesse, con vero entusiasmo un locale del Comune, in Piazza S. Agostino. Sparsasi la voce dell'apertura di una Scuola di violino gratuita” vi affluirono molti alunni ed io non potei fare fronte al lavoro tanto più che non mi fruttava e non potevo dedicarvi l'intera giornata. Tornai dal Sindaco Giurato al quale comunicai il fenomeno verificatosi e l'eminente uomo ne fu felice e mi disse di cercare un insegnante di violoncello e Contrabasso per collaborare, con me, e di fatti nominò, su mia proposta, il prof. Clemente Di Santo, proveniente dalla. Scuola del celebre Laboccetta del Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli. Venuto il Di Santo mi scaricai di un gruppo di alunni ma ne vennero molti altri, per lo studio del violino, e fui costretto di informarne il Sindaco il quale non volle che io avessi chiuso la iscrizione ma mi diede preciso incarico di chiamare un altro insegnante pel violino.

Su mia proposta nominò il prof. Umberto Salafia, diplomato in Italia, ma, allora proveniente da Praga dove aveva frequentato un corso di perfezionamento con Otto Sevicik.

In seguito venne nominata la pianista prof. Vullo Margherita per l’insegnamento del pianoforte complementare e per la Scuola di esercitazione della musica da camera, così insegnando io sempre gratuitamente, teoria e solfeggio, armonia complementare, storia degli strumenti, stile e musica, d'insieme preparavamo gli alunni pei vari esami nei Regi Conservatori ed io, di tasca mia, davo loro i mezzi per pagare le tasse, i viaggi ed il soggiorno onde fare completare, col diploma legale, gli studi ai giovani che trattai e tratto come figli.

Ed ecco che, tra i primi, si diplomarono: Lumia cav. Emanuele (diploma di Magistero, R. Conservatorio di Napoli) oggi Direttore della Scuola d'Archi dell’Ospizio Provinciale di Caltanissetta, Lumia Salvatore (Diploma di Magistero, R. Conservatorio di Napoli) ex secondo violoncello al S. Carlo di Napoli, oggi Direttore della Banda Comunale di Butera, Lumia Nicolò (Licenza Normale, R. Conservatorio di Napoli) 1a viola al Petruzzelli di Bari, Casciana cav. Luigi (Diploma di Magistero, R. Conservatorio S. Cecilia Roma) 1° violino al Teatro Reale dell'Opera di Roma, Milana Gaetano (Licenza Normale, R. Conservatorio di Palermo) 1° dei secondi violini nell'orchestra sinfonica di New York, Cipolla Ernesto (Licenza Normale, R. Conservatorio di Palermo) già 3° violoncello al Regio di Torino, Favitta Giuseppe (Licenza Normale. Scuola d’Archi di Gela) già secondo contrabasso all'Arena dì Verona e nei Teatri Fiorentini, Romano Nicolo (Licenza Normale, Scuola d'Archi di Gela) 4° violoncello nell'orchestra sta-bile di Ginevra; altri elementi fecero pure la professione di orchestrali ma con studi non completi perché la spesa per la scuola venne radiata dal bilancio comunale, per una indegna manovra massonica, proprio per opera di un Amministrazione demomassonica”.

 

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