IL MURO DELLA VERGOGNA
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Ipotesi ... di superfetazione di struttura simile a quella del Calvario da realizzare anche sulle Mura Greche di Caposoprano e al Castello Ursino a Catania |
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Spazio e-mail arrivate: Prof.ssa Salvina Fiorilla medievalista Gianni Marchisciana Paola Guglielmotti - Storia medievale - Università di Genova Federico Hoefer Arch. Vincenzo Insalaco, segretario ordine architetti CL Avv. Giovanna Cassarà Avv. Lucio Greco Paolo Cafà Fernando Giaffreda, segreteria di www.storiamedievale.net Zappulla, Salinitro, Totò Giannone Peppe Filetti F.to Francesca
Al Prof. Nuccio Mulè GELA Egregio prof. Nuccio Mulè, dopo aver appreso dalla sua breve nota dei lavori in corso e delle trasformazioni in atto in Piazza Calvario, ho fatto un breve giro di verifica ed ho avuto modo di constatare che è stata realizzata una sorta di passerella. Tale passerella sembra condurre alla torre medievale ed in particolare al finestrone che si apre sulla piazza. Non mi è chiaro che senso possa avere un accesso da quel finestrone che testimonia, solo, una fase tarda di riutilizzo della torre, nell’ambito di una proprietà privata, dopo che era stata perduta la funzione originaria del castello. Mi pare evidente, invece, che alla fine dei lavori chiunque si troverà su quella passerella non avrà più chiaro il significato della torre e le sue peculiarità, non capirà più che era una torre di difesa e pertanto non doveva essere accessibile in nessun modo dall’esterno. La passerella indubbiamente oscura l’imponenza della torre e in ogni caso rappresenta un elemento di straniamento rispetto alla torre medievale che costituisce l’unico elemento attualmente visibile e chiaramente leggibile del castello, specie se si considera che il resto del castello è ancora dentro le abitazioni private che prospettano a sud e la torre sud est, seppure parzialmente rovinata, è ancora un garage di proprietà privata; nonostante siano trascorsi ormai tre lustri dai primi lavori di restauro delle strutture del castello non si registra alcun miglioramento della situazione . Già in occasione della mostra del 1992 dopo il restauro e i primi scavi condotti dalla Soprintendenza di Caltanissetta Salvatore Scuto, dirigente della sezione architettonica della Soprintendenza BB. CC. AA. di Agrigento prima e Caltanissetta poi, osservava che la torre guardava a sud –est sul mare con una porta e due finestre che per gli aspetti architettonici rimandano all’ epoca federiciana ( S. SCUTO, E. TUCCIO, Heraclea, Terranova, Gela: il centro storico murato, Palermo 1995). Qualche anno dopo Liliane Dufour, nota studiosa di urbanistica, alla quale come al compianto prof. Ignazio Nigrelli, si devono importanti acquisizioni sulle caratteristiche dell’urbanistica medievale di Gela, affermava che con buona probabilità la cinta e forse il castello, in particolare la torre di piazza Calvario, possono essere riferiti alla seconda metà del XIII secolo ( L. DUFOUR, I. NIGRELLI, Terranova. Il destino di una città federiciana, Caltanissetta 1997, p. 108); dato questo confermato anche dalle protomaioliche del tipo Gela, ritrovate nel corso dei primi saggi di scavo ( S. AMATA, Gela, in Kokalos 39-40 (1993-1994), pp. 867-871). Ancora più recentemente Giovanni Uggeri, eminente studioso di topografia antica, nella relazione preliminare con la quale unitamente a Stella Patitucci Uggeri ha presentato i risultati degli scavi condotti dalle Università di Camerino e Roma “La Sapienza” in collaborazione con la Soprintendenza di Caltanissetta, ha definito “ la monumentale torre rettangolare che aggetta su piazza Calvario come l’elemento superstite più imponente che conserva la muratura originaria fino a notevole altezza “. ( S. PATITUCCI, G. UGGERI , Heraclea – Gela. Gli scavi di piazza Calvario, il castello e la città medievale, in Scavi medievali in Italia 1994-1995 a cura di S. PATITUCCI UGGERI . Prima Conferenza italiana di archeologia medievale - Cassino 14-16 Dicembre 1995- Roma 1998, p. 137). Considerato quanto finora detto, è legittimo chiedersi come mai volendo migliorare l’aspetto della piazza, intenzione veramente lodevole, non si sia pensato a qualcosa che valorizzasse anche la torre e la cinta del castello invece di nasconderle. E in ogni caso resta un mistero come sia possibile che le testimonianze della città medievale, che pure cominciano ad essere cospicue, restino in abbandono o subiscano continui oltraggi tant’è che il castelluccio edificio originale ed estremamente interessante è in abbandono, la porta medievale, individuata a porta Marina, resta nascosta ed illeggibile all’interno di un’abitazione privata fatiscente, la torre del castello medievale viene obnubilata da una moderna passerella … e passando a strutture più recenti solo per citare qualche altro caso, S. Maria di Gesù è caduta nel dimenticatoio … Sarebbe stato utilizzato lo stesso criterio guida se si fosse trattato di un monumento del mondo antico ad esempio delle “mura timoleontee” ? Duole constatare che nonostante le ricerche degli ultimi vent’anni che hanno impegnato molti studiosi abbiano portato a straordinarie acquisizioni, non sia maturata una consapevolezza chiara del patrimonio di Beni che la storia ci ha consegnato e che è nostro dovere morale e materiale trasmettere alle generazioni successive. Certamente far convivere l’antico con il moderno è un dovere ma questo non deve accadere a discapito di una delle due parti . A chi verrebbe in mente di modificare piazza Castello a Milano o l’area antistante Castel Sant’Angelo a Roma costruendo qualcosa di simile a quanto si sta facendo in Piazza Calvario? Questa la mia opinione sulla questione. I più cordiali saluti Salvina Fiorilla
Dott. Nuccio Mulè, Mi chiamo Gianni Marchisciana e sono l’amministratore del Blog Gelacontro ( www.gelacontro.it ). Forse sono il meno indicato a dare giudizi sull’estetica del muro in questione, e forse sono anche il meno indicato a dare giudizi sul progetto in genere, ma come semplice cittadino e come CONTRIBUENTE ho il diritto di dire la mia.
Non so se questa petizione porterà a qualcosa, ma questo non sminuisce di una virgola l’iniziativa del dott. Mulè, e non sminuisce di una virgola la volontà di tutti quei cittadini che, DA CONTRIBUENTI E QUINDI DA FINANZIATORI, stanno manifestando la loro volontà! Gianni Marchisciana
Gentile signor Mulé, certamente quanto denuncia nella sua lettera merita di essere preso in attenta considerazione anche da parte della redazione di Reti Medievali. Tuttavia Lei può comprendere come la nostra solidarietà e la nostra comprensione non possano tradursi, per ciascuna delle numerose occasioni in cui è sollecitato il nostro parere, nella formulazione di un giudizio con ricadute pubbliche: ciò esula dai compiti di comunicazione scientifica attraverso il mezzo informatico che la nostra associazione ha dovuto necessariamente porsi per precisare e circoscrivere la propria attività. Altra cosa è naturalmente l'impegno civile di ciascuno di noi. Con molti cordiali saluti, Paola Guglielmotti
per la redazione di Reti Medievali
Federico Hoefer poeta e scrittore di Gela Perché scandalizzarsi? Non è di tutti i comuni avere un muro pretenzioso e si illumina. Di immenso guardando un Calvario. Il prossimo anno, per la cerimonia della Crocifissione, la, su quell’artistico muro, troveranno posto le autorità locali e i musicanti, con i volti compunti per il tragico evento della Cristianità. E da quel muro, a fine cerimonia, si potrà sempre ammirare il mare e qualche volo di giovani gabbiani, che ignorano la storia di una cittadina ormai in caduta libera. Cittadina che ancora prega i santi nelle processioni e spera nei miracoli
Al Presidente della sede di Gela dell’Archeoclub d’Italia
Da alcuni giorni, si è aperta a Gela una discussione sui lavori di riqualificazione di Piazza calvario. Nel prendere atto che qualsiasi opera di riqualificazione urbana o di architettura possa e debba meritare l’attenzione dei gelesi, la mia opinione, quella, non solo di cittadino gelose ma anche di architetto e SEGRETARIO DELL’ORDINE PROFESSIONALE, vuole essere di grande disappunto per i motivi che già in parte sono stati evidenziati da altre libere associazioni e categorie professionali. Ritengo che qualsiasi intervento di riqualificazione urbana passi innanzitutto attraverso i pareri della gente e dei cittadini gelesi che nella fattispecie hanno categoricamente espresso il loro dissenso. Auspico che l’Amministrazione Comunale, committente delle opere, sospenda i lavori demolendo il muro in questione per, eventualmente, trovare una soluzione alternativa e comunque condivisa da tutta la città. Gela 04/05/2008 Architetto Vincenzo Insalaco
Al di la della sussistenza o meno dei necessari
pareri da parte degli organi competenti, condivido appieno la preoccupazione
esternata dall’Archeoclub di Gela e dai tanti cittadini da cui sono stata
all’uopo contattata, per i lavori di piazza calvario, ovvero più in particolare
per il muro di calcestruzzo appena realizzato davanti alle mura dell’ex castello
Federiciano.
Egregio sig, Mulè, abbiamo pubblicato il suo comunicato: Notizia accessibile anche dalla home page nel nostro portale. Non possiamo che essere solidali con voi, ci sembra assurdo vedere una struttura di quel tipo essere occultata da un muro di quella portata Teneteci informati sugli sviluppi della vicenda. Saluti www.medievale.it - TERNI
A mio modesto avviso gli interventi di riqualificazione urbana devono essere finalizzati sia al miglioramento della qualità della vita dei centri storici e sia al miglioramento della fruibilità dell’ambiente urbano da parte della cittadinanza. La realizzazione del muro di Piazza Calvario non solo non risponde ad alcuna delle suddette finalità, ma rappresenta l’ennesima mostruosità assurdamente sproporzionata e inutile. La mia posizione dunque convinta, si muove nella direzione dell’immediato abbattimento del muro battezzato della “vergogna”. Auspico quindi sia per Piazza Calvario che per tutti gli altri programmi di riqualificazione che l’Amministrazione intenda comunque rivedere le forme di coinvolgimento dei cittadini e delle forze politiche per costruire nuove proposte davvero condivise e utili per la città. Avv. Lucio Greco
Come consigliere comunale di Sinistra Democratica, con riferimento alle osservazioni del Prof. Mulè responsabile dell'Archeoclub di Gela in merito ai lavori in corso in Piazza Calvario, manifesto la mia condivisione sulle preoccupazioni legittime dell'Archeoclub. Pur non essendo un tecnico, come cittadino mi sembra che l'intervento complessivo sia particolarmente invasivo perchè restringe la piazza e copre parte del palazzo ducale. L'amministrazione comunale non può e non deve scendere in polemica con chi a pieno titolo manifesta critiche e ritiene che gli interventi di decoro urbano siano perfettibili. Un pò di umiltà e di rispetto del diritto di critica nel confronto democratico nella materia dei lavori pubblici non guasterebbero, altrimenti che cosa significa parlare di una giunta di centrosinistra che vuole far partecipare i cittadini al nuovo rinascimento della città? il rinascimento della città non si declama da solo, ma si realizza anche nel dare senso pratico ed estetico ai lavori pubblici, accettando i suggerimenti e le critiche costruttive di persone qualificate come il Prof. Mulè, proprio per evitare gli scempi del passato: uno su tutti la piazza di Santa Lucia. Paolo Cafà, Consigliere di Sinistra Democratica
Caro Nuccio,
Abito di fronte il muro Federiciano di Piazza
Calvario, sono indignato per l'ennesimo obbrobrio che si sta perpetrando
all'archeologia di questo paese già martoriato, non sono bastate le piazze
della vergogna, ma ora il cemento armato vuole farla da padrone davanti al
muro del palazzo ducale. Mi rendo disponibile per qualsiasi manifestazione
contro gli architetti dell'anti cultara di Gela. Non facciamogliela passare
liscia ! Se mi vuole contattare può faRlo anche Al l numero di cellulare
ZAPPULLA LEONE - 347/4361....
Grazie
Ho letto con incredulità la notizia sulla muraglia di cemento armato che si sta costruendo intorno al castello federiciano. Sono stupito e allarmato dell’andazzo “culturale?” che si sta affermando a Gela sulle metodiche d’intervento nel centro storico cittadino. Quale buon esempio da la Pubblica Amministrazione ai propri cittadini se è lei per prima che viola i più elementari principi di tutela? Si è iniziato con vicolo Santa Lucia, ma evidentemente al peggio non c’è limite! Si dimentica che ci sono luoghi dove i progettisti non possono agire come la loro fantasia gli suggerisce. Sono i luoghi della memoria, la sede dell’anima delle città e dei loro abitanti. Sono ambienti, monumenti, contesti che pretendono rispetto e umiltà in chi progetta, per questo esprimo la più viva solidarietà e un grazie riconoscente a Nuccio Mulè per l’azione intelligente di salvaguardia che continua ad esercitare. Francesco Salinitro
Vorrei vedere il progetto in toto di Piazza
Calvario per potere capire e interpretrare quale sia l'impatto negativo, se lo
fosse, che offuscasse il prospetto antico del Palazzo Ducale. Certo, a lavori in
corso, è difficile intuire come l'arte moderna degli Architetti d'oggi possa
concatenarsi tra la storia e i tempi moderni(vedi opere/aborto esistenti di San
Giacomo, Piazza Trieste, Lungomare, Piazzetta difronte Farm.Campisi etc.).
Supponendo che il prodotto finito fosse preferito dagli ignari cittadini, allora
è vero che i vecchi decrepiti siamo noi che non capiamo il connubbio tra arte
passata e presente in un contesto di studio effettuato da 4 Moderni Architetti
di turno profumatamente pagati dall'Amministrazione Comunale che scopiazzano nei
paesi spagnoli e autorizzati a cancellare tutto o in parte vecchie opere di una
Gela millenaria. A parere mio sarebbe stato opportuno, in alternativa, creare
una infrastruttura ad arte in metallo/vetro simile a quelle esistenti nelle
città antiche romane, facendo intravedere la base del Palazzo antico senza
deturparlo dal cemento moderno e nel contempo, dando agio ai diversabile
all'accesso del Palazzo con lo scivolo, dando una pennellata di storia a tutta
la piazza simbolo della chiesa romana di Gesù messo in croce senza discostarsi
troppo dall'antico culto. Caro prof. Mulè, è di questi giorni la querelle di Piazza Calvario, tant'è che se ne parla un po ovunque (giornali, tv, associazioni, per strada, ecc..) visto l'importanza dell'argomento ! Ad onor del vero la recinzione metallica vista in Piazza Calvario, dopo la celebrazione del venerdì Santo, lasciava pensare ad un completamento della stessa in modo, diciamo "normale" così come ultimata l'altra metà, invece, viene fuori, quanto meno te l'aspetti il muro di Berlino ! ! Personalmente mi da questa impressione ! Ritengo che la "nuova opera" annulli integralmente la visione dello spazio così com'era nella sua interezza; l'impatto è talmente negativo da annullare qualsiasi beneficio! Cordialmente Rosario Giannone
Al Sig. Sindaco e agli Amministratori del Comune di Gela Senza voler accentuare alcuna polemica e senza entrare nel merito tecnico riteniamo che l’edificazione di quel muro lungo il palazzo Ducale rappresenti la tendenza di un gusto e un modo di pensare alquanto discutibile dei nostri amministratori; a noi che non siamo nè architetti e nè ingegneri sicuramente non è consentito esprimere un giudizio tecnico-artistico sull’ ”opera” costruita in piazza Calvario, ma sicuramente è consentito esprime un giudizio molto negativo sull’impatto visivo che ha il cittadino comune entrando nella piazza o semplicemente passando nelle vicinanze, considerato che il palazzo Ducale viene quasi oscurato dal muro e che comunque questo certamente toglie parte della visibilità del Palazzo testimonianza della storia gelese ; è stato detto che quel muro dovrebbe servire a delimitare il passaggio per i disabili (ma non c’era altro modo per consentire l’accesso ai disabili?).C’è da dire ancora che la costruzione del muro e la piantumazione di alcuni alberi diminuiscono di fatto l’estensione della piazza ma questo è un altro discorso di tendenza tecnica sull’ ”occupazione” degli spazi…: una piazza vuota è troppo spoglia ed allora mettiamoci alberi, fontane, vasche,panchine sedili e qunt’altro può occupare il suolo….. perché? Siamo sicuri che questa è la soluzione più giusta? O più opportuna? Altra considerazione di ordine generale: si stanno togliendo posti auto per i residenti e per gli avventori (vedi Piazza san francesco, Vico santa Lucia adesso piazza calvario senza crearne di nuovi….. mentre i lavori del parcheggio Arena vanno molto a rilento e da solo sara sufficiente a coprire le esigenzs del centro storico? Infine a che cosa è servito aprire al transito il tratto di via Bresmes che va dal cine teatro Royal a piazza San Francesco durante le ore del l’isola pedonale ? Forse che il centro di Gela non era abbastanza congestionato e inquinato? Ma in questo modo come si può pensare di creare una grande isola pedonale in centro storico? Il Presidente del comitato di quartiere del centro storico Dott. Giuseppe Filetti Gela 02/05/08
Quel muro è un obbrobrio...in nessuna città si è
mai vista un'oscenità del genere...coprire un monumento con un muro di cemento...ma
per favore!!! La “muraglia cinese” a Piazza Calvario Con ancora in corso la querelle sul progetto “una via tre piazze” (problema ancora aperto), iniziata dall’Archeoclub di Gela e che ha coinvolto il Consiglio comunale e l’opinione pubblica, ecco che ad essa, come se non bastasse, si aggiunge un’altra questione. Stavolta quella in merito ai lavori che si stanno eseguendo in Piazza Calvario, lavori che in un primo momento prevedevano sola la pavimentazione, ma a cui poi si è aggiunta la costruzione di una struttura invasiva addossata alle antiche mura e alla torre trecentesche del Castello Federiciano. Di cosa si tratta. Si sta costruendo un imponente muro di calcestruzzo (definito già ironicamente una “muraglia cinese” da alcuni cittadini) che dovrà sostenere una piazzetta soprelevata di quattro metri per lato ed uno scivolo della larghezza di 4 metri che si snoda addossato al muro federiciano per circa 50 metri; lo scivolo, partendo dall’ingresso agli ex-granai del palazzo ducale ed avanzando verso sud, arriverà gradatamente fino all’altezza di oltre due metri verso la vicina torre dove si congiungerà con la citata piazzetta. Qualunque sia lo scopo di questa costruzione, è chiaro che l’intervento è devastante e illegittimo soprattutto perché si nasconde alla vista una buona parte di un bene culturale quale è il muro e quale è la torre, ambedue risalenti all’edificazione federiciana di Terranova (oggi Gela) del 1233. Si immagini per un momento di realizzare questa stessa costruzione addossata alle nostre mura greche di Capo Soprano (orrore) o al Castello Ursino di Catania o a Palazzo Vecchio di Firenze o al Castello Sforzesco di Milano o al Castello Federiciano di Lucera o al Castello Maniace di Siracusa ecc., sicuramente come minimo l’autore di tale misfatto verrebbe internato. Eppure a Gela sta succedendo proprio questo e purtroppo anche con il beneplacito di istituzioni che dovrebbero agire diversamente nell’ottica dell’interesse dei bene culturali. Un’altra considerazione importante, relativa alla nuova costruzione di cui sopra, riguarda il cambiamento di un’antica funzione del finestrone presente sul lato est della citata torre; esso soprelevato di circa due metri dal piano di campagna, serviva fino agli anni Sessanta allo scarico di sacchi di aridi direttamente dai carretti che vi si avvicinavano col lato posteriore, quindi di conseguenza passerà dalla funzione di apertura per lo scarico da carretto a quella di ingresso. Ma ingresso per andare dove! Vivaddio, già esiste un ingresso che fa accedere alla sala (ex granai) del palazzo ducale e all’interno del cortile, addirittura se i suoi quattro gradini vengono trasformati in scivolo, l’accesso può avvenire anche per i diversamente abili. A questo punto ci si consenta di affermare che: 1) si sta realizzando una struttura invasiva che ridurrà la superficie di Piazza Calvario di almeno un quarto con l’alterazione dei caratteri morfologici del luogo e dell’edificio federiciano, oggetto suo malgrado di intervento superfetativo; 2) si sta realizzando una struttura inutile oltre al fatto che la tipologia costruttiva è ampiamente differente da quella prevalente nella zona delle mura federiciane da soluzione storica documentata; 3) si sta occultando alla pubblica fruizione buona parte di un muro di cinta e di una torre ambedue trecenteschi. E’ questa la cosa più obbrobriosa; 4) si stanno sperperando soldi della collettività che altrimenti potrebbero essere impiegati per cose utili. Infine, si pongono all’attenzione dell’Amministrazione Comunale i seguenti quesiti: 1) per questo nuovo progetto è stato richiesto l’esame dell’impatto paesistico secondo le linee guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale (Titolo II, Indirizzi per sistemi e componenti, art. 14 Centri e nuclei storici)? 2) E’ stata determinata l’incidenza del progetto rispetto al contesto utilizzando criteri e parametri di valutazione relativi a: incidenza morfologica e tipologica? Incidenza linguistica: stile, materiali, colori? incidenza visiva? Incidenza simbolica? Mi sembra proprio di no! In definitiva, a modesto parere dello scrivente, si dimostra che la scelta progettuale adottata per la struttura di cui sopra altera i caratteri morfologici del luogo senza inserirsi nel contesto esistente; inoltre, la nuova struttura oltre ad incidere negativamente sulla visuale del complesso monumentale interferisce con i luoghi simbolo (religiosi, culturali e monumentali) della comunità locale. In base a quanto esposto, pertanto, coram populo si invita l’Amministrazione Comunale all’immediata sospensione dei lavori, alla demolizione della struttura addossata al castello federiciano e al ripristino dei luoghi originari a spese possibilmente dei responsabili del misfatto. Intanto, a livello cautelare, lo scrivente ricorrerà all’Autorità Giudiziaria per chiedere la sospensione dei lavori, la demolizione della struttura invasiva e il relativo ripristino dei luoghi. Gela 29 aprile 2008
AL SIG. PROCURATORE della REPUBBLICA Presso il TRIBUNALE di GELA ESPOSTO-DENUNCIA Il sottoscritto Nunzio Mulè, presidente pro-tempore della sede locale dell’Associazione nazionale ONLUS Archeoclub d’Italia, con sede in Gela, via Meli, 2 ESPONE Nei primi giorni della settimana scorsa, il Comune di Gela ha fatto iniziare, nella zona ovest di Piazza Calvario, dei lavori per la realizzazione di una superfetazione addossata e contigua alla Torre ed al Muro del trecentesco ex Castello Federiciano; il manufatto in questione è uno scivolo largo 4 metri e lungo 50 metri circa, che salendo gradatamente andrà a congiungersi con una piazzetta che si alza dal suolo per circa 2 metri e che circonda la Torre citata per ben 4 metri. Quella che si sta realizzando sarà una struttura “invasiva ed invadente” oltre che differente da quelle presenti nel contesto della piazza che, oltre a ridurre la superficie di Piazza Calvario di almeno un quarto, occulterà definitivamente buona parte dei due reperti summenzionati con l’alterazione dei caratteri morfologici del luogo e dell’antico edificio federiciano come da soluzione storica documentata. L’intervento, oltre che di sgradevole impatto architettonico, rappresenta inutile ingombro (peraltro dispendioso per la P.A.), poiché esiste già un accesso, alle strutture sopra citate e all’interno del cortile, quest’ultimo con ingresso libero per buona parte della giornata e senza sorveglianza nonostante ricadi in zona archeologica. A modesto parere dello scrivente il progetto della neo struttura non solo interferisce con i luoghi simbolo religiosi, culturali e monumentali della comunità locale, ma appare oltremodo lesiva della dignità storica e monumentale della Piazza, così come tutelata dal Codice dei Beni Culturali, ne altera le condizioni di ambiente e di decoro, di luce e di prospettiva (art. 45 sez. III, Capo III, Titolo I D. Lgs 22 gennaio 2004 n. 42); e, vieppiù, non risponde all’iter dell’impatto paesistico dettato dalle Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico regionale (Titolo II, indirizzi per sistemi e componenti, art. 14 Centri e Nuclei storici). Infine, si evidenzia che sullo stesso progetto non sono state determinate a priori, rispetto al contesto di Piazza Calvario, le incidenze morfologiche, tipologiche, visive e simboliche. Si immagini per un momento di realizzare un’opera simile addossata alle nostre Mura Greche di Capo Soprano (orrore) o al Castello Ursino di Catania, a Palazzo Vecchio di Firenze, al castello Sforzesco di Milano, al Castello federiciano di Lucera o al Castello Maniace di Siracusa, ecc. Eppure a Gela sta succedendo proprio questo e purtroppo anche con il beneplacito di Istituzioni che dovrebbero garantire, custodire e valorizzare i beni culturali. Per quanto sopra esposto, pertanto, considerata illegittima la superfetazione al complesso monumentale in oggetto, si impone un ripensamento alla Amministrazione locale e si chiede a Codesto Ufficio l’intervento urgente per verificare se nei fatti esposti risultino ipotesi di reato che possano fare adottare tutte quelle misure urgenti e cautelari necessarie a ripristinare lo stato originario dei luoghi, con la sospensione dei lavori e successiva demolizione del manufatto posto in essere. Chiede, altresì, che nella denegata ipotesi in cui la S.V. Illustrissima si orientasse per l’archiviazione del procedimento, mi sia data formale e tempestiva comunicazione in modo tale da poter esercitare le facoltà previste dall’art. 408 c.p.p. Si allega: 1) cartella con foto di oggi e di ieri dei luoghi interessati, per evidenziare in modo lapalissiano la deturpazione dell’antico complesso monumentale in oggetto; 2) copie di piantine del 1640, del 1677 e del 1686 che ritraggono l’originario Castello Federiciano oggi oggetto di superfetazione.. Con Osservanza Gela lì, 29.04.2008 Nunzio Mulè |
Per ora vi facciamo vedere le foto, poi leggerete
il testo relativo al secondo muro della vergogna
Il panorama che si gode guardando dal belvedere minchiata
(clicca sulle foto per ingrandirle)
Il sarcofago |
La scala dello stupro (vista da sotto) |
La scala dello stupro (vista da sopra) |
La piazzetta del belvedere minchiata |
La scala dello scippo |
Il gradino della storta |
Lo scivolo anti-diversamente abili e della doppia storta |
Rivogliamo la gradinata |
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