UOTIDIANO
La Sicilia
DISTRETTO GELESE
Ottobre
2024
ARGOMENTI
A
partire dal mese di gennaio si è iniziato a
scrivere sulla storia di Gela, dalla sua
fondazione del 688 a.C. fino al dopoguerra. E
ciò con il contributo iconografico del pittore
Antonio Occhipinti e con le schede realizzate da
Nuccio Mulè, oltre alla traduzione in inglese
della Prof.ssa Tiziana Finocchiaro. Oggi si
scrive della ventesima puntatala dal titolo "Mattei
e il Petrolchimico". 20 - Mattei e il Petrolchimico
“Saluto
da Gela” in una cartolina multipla degli anni
Quaranta
Dinu Adamesteanu, archeologo rumeno a Gela ------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Mattei e il Petrolchimico
Inoltre, in basso a sinistra nel tondo, è raffigurata
l’antica Diga di Grotticelli sul Fiume Gela, prima opera in muratura in Sicilia
realizzata dal Duca di Terranova nel 1563, e ciò per mettere in risalto l’antica
economia agricola della città e del suo territorio nel tempo in cui, con la
costruzione dello sbarramento, si produsse una svolta per migliorare e
razionalizzare l’uso delle acque del fiume per irrigare e rendere più produttiva
la coltivazione dei campi.
Due economie, quindi, l’una di antica tradizione, legata
all’agricoltura e l’altra moderna, legata al petrolchimico, siglata con la
figura del “drago-cane a sei zampe”, il logo ufficiale dell’ENI.
Mattei and the refinery
At the bottom left, the ancient Grotticelli Dam on the
river Gela, the first masonry work inSicily realized by the Duke of Terranova in
1563: the artist seems to emphasize the ancient agricultural economy of the city
and its territory at a time when the construction of the dam represented a
turning point in the improvement of the use of the river water for agriculture.
In
short, a two-sided economy; linked to agriculture and to the ancient tradition
on one.
“Saluto
da Gela” in una cartolina multipla degli anni Quaranta
Cartolina multipla
degli anni ’40 di 14X9 cm., con la scritta “Un saluto da Gela” e con cinque
vedutine che ritraggono il Corso con la chiesa di San Rocco, la fontana centrale
della Villa comunale, la chiesa Madre, ancora la chiesa Madre con piazza Umberto
I (con al centro il busto marmoreo del re), via G. Navarra Bresmes col monumento
agli eroi Guccione e Casciana e l’isolato di case con la chiesa rinascimentale
di Sant’Antonio Abate. Sul retro si leggono “Ediz. Ris. Parlagreco Michele
Ristorante - Caffè - Tabacchi Gela” e “Stab. Dalle Nogare e Armetti - Milano”;
ed ancora “RIPR. VIET. - R.D. L. 7-XI-1925 - N. 1950”. La cartolina è indirizzata al “Preg. Sig. Totò Pierimento, Largo S. Maria, Militello V.C. (Catania)” con il seguente messaggio: “Ricordandoti ti saluto caramente tuo Lillo Di Dio Gela 12/2/48”. Il francobollo utilizzato per la spedizione di £. 5 della serie “Democratica” di Poste Italiane, di color azzurro con lo sfondo della Bilancia della Giustizia, merita un discorso a parte in quanto raro. Infatti, essendo un francobollo della prima serie ordinaria repubblicana emesso il 1° ottobre 1945, su Ebay lo si trova al prezzo variabile da 130 a 300 euro. La “Serie Democratica”, in uso fino alla fine del 1952, accompagnò gli Italiani per più di sette anni durante le prime elezioni della Repubblica, la nascita della nuova Costituzione e la ricostruzione del dopoguerra.
DINU ADAMESTEANU,
ARCHEOLOGO RUMENO A GELA
Quando Dinu Adamesteanu
il
21 gennaio 2004
alla veneranda
età di 91 anni, concluse la sua esistenza terrena, l’archeologia italiana perse
un insigne studioso di fama internazionale che dedicò tutta la vita alla
ricerca, contribuendo in maniera determinante a scrivere la storia del nostro
passato remoto, a portare alla luce ed a valorizzare gran parte del patrimonio
archeologico del nostro territorio.
Durante la sua attività, iniziata a Gela
nel 1951, fu sempre legato alla nostra comunità, tanto da ricevere attestazioni
di ogni genere. La sua scomparsa ci privò di un personaggio che ha fatto
conoscere nel mondo la nostra storia e la nostra identità più profonda.
Adamesteanu nacque a
Toporu,
un villaggio della Romania, nel 1913 nel bel mezzo di due guerre balcaniche.
Dopo aver frequentato le scuole primarie, si trasferì nella capitale
Bucarest
per continuare con le superiori nel
Seminariul Central
e quindi con l’università nella facoltà di Lettere. Nel 1939 frequentò
l’università rumena all’Accademia
di Romania
a Roma dove
successivamente, nel 1945, conseguì la laurea.
Nell’immediato dopoguerra ricevette un importante incarico
dalla Commissione Alleata in Italia per la sistemazione degli istituti
germanici; in seguito fu nominato bibliotecario del prestigioso Istituto
Archeologico Germanico di Roma. Nel 1950 fu chiamato dal grande archeologo prof.
Luigi Bernabò Brea, allora Soprintendente alle Antichità di Siracusa, a
partecipare agli scavi archeologici di Lentini e della stessa città aretusea.
Nel 1951, richiesto dal dott. Pietro Griffo, soprintendente alle Antichità di
Agrigento, si trasferì a Gela per dirigere gli scavi delle Mura Greche appena
venute alla luce.
Nel 1955, grazie all’interessamento dell’On. Aldisio, gli
fu concessa la cittadinanza italiana e nello stesso anno fu nominato Ispettore
presso la Soprintendenza di Agrigento. Le ricognizioni e gli scavi gli permisero
di far luce sulla penetrazione rodio-cretese nella parte centro-meridionale
dell’Isola e sulle trasformazioni avvenute nei centri indigeni a contatto con la
civiltà greca. Nella seconda metà degli anni Cinquanta fu promotore della
realizzazione del nostro museo archeologico, inaugurato nel 1958. In questo
stesso anno fu chiamato a Roma per dirigere l’Aerofototeca Nazionale in concorso
con lo Stato Maggiore Aeronautico; l’anno dopo ricevette anche l’incarico di
dirigere una missione archeologica in diversi paesi del Medio ed Estremo
Oriente.
Dopo aver lasciato la Soprintendenza di Agrigento, nel
1964 fu nominato Soprintendente alle Antichità della Basilicata. Alla sua opera
instancabile va ascritto il merito della realizzazione degli scavi nel Melfese,
con la scoperta dell’antica Heraclea, e del Museo Nazionale della Siritide nel
1969. Adamesteanu, nonostante i gravosi e continui impegni istituzionali,
trovò anche il tempo per produrre una copiosa e ricca bibliografia (che tempo fa
è stata curata dalla prof.ssa Liliana Giardino dell’Università di Lecce). Per la
sua notorietà, per le sue competenze, la sua facile comunicativa e per la
conoscenza di diverse lingue, partecipò a seminari e conferenze nei maggiori
centri d’Italia, di Francia, di Germania, di Iugoslavia, di Romania e di altre
nazioni. Nel 1971 conseguì la libera docenza all’Università di Lecce e qualche
anno dopo ne diventò prima professore incaricato e, successivamente, professore
ordinario per l’insegnamento di Etruscologia ed Archeologia Italica. Per
l’apprezzata attività organizzativa e per le ricerche fatte nel 1973 vinse il
Premio Feltrinelli per l’Archeologia.
Nel 1977 lasciò la Soprintendenza della Basilicata per
andare a dirigere quella della Puglia a Taranto. Nel luglio del 1978, per
raggiunti limiti di età, fu collocato a riposo. Due anni dopo, il 30 ottobre del
1980, gli fu conferita dalla Presidenza della Repubblica una Medaglia d’Oro come
“Benemerito della Cultura e dell’Arte”. Ritornato alla sua residenza di Policoro
continuò a lavorare per portare a termine diverse pubblicazioni e per continuare
diversi impegni come consulente scientifico dell’Accademia di Villa Giulia e
come membro della British School e dell’Ecole Francaise.
L’ultima venuta a Gela di Dinu Adamesteanu, di cui mi
pregio di essergli stato amico, fu nel mese di aprile del 2003 per partecipare
alla manifestazione “I Pionieri dell’Archeologia”, organizzata dal Dott. Enrico
Ascia allora Assessore al Turismo della Provincia Regionale di Caltanissetta.
Ad Adamesteanu, oltre alla dedicazione a Policoro del Museo
Nazionale della Siritide, il 20 maggio 2005 a Potenza gli è stato intitolato il
Museo Archeologico Nazionale della Basilicata.
|