QUOTIDIANO
La Sicilia
DISTRETTO GELESE
Aprile
2022
ARGOMENTI
CARTOLINA DI OGGI -
FABBRICANTI DI MAIOLICHE
GARIBALDINI GELESI COMBATTENTI PER L’UNITA’ D’ITALIA
IN
RICORDO DEL PROF. EMANUELE MORSELLI
FABBRICANTI DI MAIOLICHE
La cartolina, della
serie “Usi e Costumi di Terranova di Sicilia”,
ci propone la visione di alcune fabbriche di
terracotta, ubicate in massima parte fino agli
anni Cinquanta sulle pendici della collina di
Gela prospiciente il mare, tra il Porto rifugio
e il Pontile sbarcatoio. La didascalia “I
fabbricanti di maioliche” riportata sulla
cartolina è erronea poichè la produzione di tali
fabbriche allora era riservata alle tegole e ai
recipienti per liquidi, anche se in periodi
antecedenti, tra il XIV e il XVIII secolo, la
città fu sede di importanti e vere fabbriche di
maiolica, con la più conosciuta protomaiolica di
“Tipo Gela” del XIV secolo. Oggi delle fabbriche
di terracotta una volta presenti nel nostro
territorio rimane solamente quella ubicata in
contrada Bitalemi a ridosso del Fiume Gela; un
particolare interessante, posto sul lato
sinistro della cartolina, riguarda l’immagine di
una donna con una “quartara” appoggiata tramite
un cercine sulla testa, un’antica consuetudine
delle nostre donne nel trasporto di recipienti. Sul retro della cartolina, oltre alla scritta dell’editore “Ditta Eugenio Costa” e al numero di catalogo 56791-3812, si trova un raro chiudilettera rettangolare con la pubblicizzazione della Società Dante Alighieri con il motto della “sententia” di Virgilio “vincet amor patriae…” (Vincet amor patriae, laudumque immensa cupìdo ovvero vincerà l’amor di patria e l’immenso desiderio di gloria).
GARIBALDINI GELESI COMBATTENTI PER L’UNITA’
D’ITALIA
E abbastanza difficile
conoscere il numero esatto dei Garibaldini che
parteciparono alle varie battaglie per l’indipedenza
italiana. Durante la guerra del 1860 arrivarono
nell’Isola circa 11mila uomini oltre ai 1.089
che sbarcarono a Marsala, quindi circa 12 mila
in tutto. Se a questi si aggiungono poi i circa
20 mila Garibaldini siciliani si arriva ad un
totale di 32mila uomini. Tale numero, però,
arriva a quello approssimativo di 80mila se si
aggiungono i Garibaldini delle Campagne
dell’Aspromonte nel 1862, del Tirolo nel 1866, e
di Mentana nel 1867. Di tutti quei siciliani che
parteciparono all’epopea garibaldina quanti
furono i gelesi? Fino ad oggi lo scrivente,
anche se faticosamente, è riuscito a contarne 86
su un numero totale che rimane per ora
sconosciuto; intanto nel Cimitero monumentale di
Gela esiste ancora la tomba del soldato
Barone Nocera Calogero, garibaldino nato
a Valledolmo l’11 marzo 1844 e deceduto il 24
aprile 1932 a Gela. E’ probabile che sia stato
l’ultimo garibaldino rimasto in Italia; la tomba
tuttora si trova nella seconda sezione, in fondo
a destra del viale principale sul muro nord.
Foglietto di 4 francobolli commemorativi
Il
22 ottobre del 1887 il Consiglio comunale di
Gela (allora denominata Terranova di Sicilia),
presieduto dal sindaco, conte Nicola Panebianco,
deliberò di murare due lapidi nel vestibolo del
municipio a ricordo dei patrioti terranovesi che
parteciparono ai moti risorgimentali del 1848 e
del 1860. Tali lapidi, durante la demolizione
del vecchio municipio, avvenuta verso il 1950,
andarono stoltamente perdute e con esse,
ovviamente, anche i relativi testi.
In chiusura, ci piace
riportate il testo di una lettera del 1864,
ritrovata nell’Archivio storico comunale di
Gela, scritta da un genitore (tale Salvatore
Tignino) che chiedeva al Sindaco notizie del
proprio figlio, che così recita:
"Al Signor Sindaco di Terranova"
"Signore". "Il sottoscritto, dava
all’armata meridionale dei volontari di
Garibaldi, il proprio figlio di nome Vincenzo,
che si assentava il 22 Giugno 1860 in Palermo
nella 16a
Divisione Cosenza, 2a
Brigata Milbiz, 1° Reggimento Vincenzo
Bentivegna, 5a
Compagnia, 2° Battaglione. Or nessuna nuova si à
di lui. Si suppone morto da prode nelle montagne
d’Isernia. Ma chi lo attesta? La supposizione
non è un dato certo. Bisogna farne ricerche
accurate. E pertanto che a Voi capo del Comune,
incombe il paterno diritto di reclamare verso
tutte le autorità municipali italiane, un figlio
di questa terra, che si consacrava milite della
Libertà all’Unità della Patria”. “E morto, o pur
vive? Ecco il doloroso dubbio, che addolora un
padre infelice! Ecco la domanda contenuta dal
pianto!". "Con tutta speranza ricorre a Voi, …
che rappresentiate legalmente. E Voi non
tarderete, a somministrare agli archivi della
segreteria comunale, un elemento, che potrebbe
valere alla storia patria, ed al sottoscritto!".
"Terranova 6 Ottobre 1864". "Salvatore
Tignino”.
ll Sindaco dopo aver
ricevuto tale lettera fece produrre delle
ricerche nell’archivio il cui esito fu il
ritrovamento di una testimonianza scritta
riferita al figlio del Tignino e sottoscritta da
diversi garibaldini terranovesi suoi
commilitoni. Ecco il testo:
"Terranova 14 Luglio 1862".
"Noi sottosegnati
attestiamo sul proprio onore a chiunque spetterà
vedere la presente qualmente militando noi sotto
le bandiere del Generale Garibaldi nel 1860, nel
primo Reggimento dei Cacciatori dell`Etna
comandate dal Colonnello D. Vincenzo Bentivegna,
nella quinta Compagnia del secondo Battaglione,
comandata dal Capitano Barbalunga, militava
anche con noi in detta Compagnia il soldato
Vincenzo Tignino, figlio di D. Salvatore di
Terranova, il quale nello assalto sostenuto dal
distaccamento comandato dai Capitani … nelle
montagne d’Isernia nel Regno di Napoli contro le
truppe Borboniche, ci moriva al fianco colpita
nella faccia da una palla nemica nel giorno
ventuno Ottobre 18sessanta.". " ln fede del vero
formiamo il presente scritto d’alieno carattere,
e da noi segnato. "
"Sottotenente Antinori
Gaetano, Giovanni Martinez, Giovanni Musumeci,
segno di croce di Carmelo Romano e Felice
Paino."
IN
RICORDO DEL PROF. EMANUELE MORSELLI
In contrada Capo Soprano, parallela a
nord di via Romagnoli esiste una strada dedicata
ad un compianto personaggio gelese, un famoso
economista e professore all’Università di
Palermo, nato nel 1899 e deceduto nel 1975.
Questo economista era Emanuele Morselli, uno
degli uomini di cultura forse più prestigioso
tra quelli di vecchio stampo della nostra città.
Prima dell’ateneo di Palermo, nella sua carriera
di docente universitario si annoverano le
università di Messina, Ferrara e Padova. Per le
sue doti di scienziato economista fu richiesto
da diversi istituti esteri in Europa (Spagna e
Portogallo) e nell’America Latina (Argentina,
Uraguay e Perù). Per i suoi studi, in
particolare quelli della “Teoria della
parafiscalità”, ricevette nel 1938 il titolo di
“Professore Emerito dell'Università di Palermo”.
Per la sua
produzione scientifica nel campo dell’Economia
Teorica e Applicata così come nella Scienza
delle Finanze e in quella del Diritto
Finanziario, ebbe diversi importanti
riconoscimenti a livello nazionale. Fu membro di
diverse accademie come quelle di Scienze di
Ferrara e la “Petrarca” di Lettere e Arti di
Arezzo oltre ad essere anche membro del
Consiglio Generale dell'Istituto per la Storia
del Diritto Feudale e Nobiliare del Sovrano
Militare dell'Ordine di Malta, un ordine
religioso cavalleresco canonicamente dipendente
dalla Santa Sede con finalità
assistenziali. Nel 1975 il compianto
Rocco Trainito, titolare dell’omonima libreria
sul Corso, gli pubblicò alla memoria un saggio
autobiografico riguardante la sua vita a Gela
nel primo decennio del Novecento dove in
particolare si mettevano in luce le condizioni
economiche e sociali. Fra diverse onorificenze ricevute si ricordano il “Premio della Cultura” della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il “Sileno d’Oro”; a sua memoria, oltre alla via, nel 1976 gli furono dedicati l'aula magna della Scuola Media P.E. Giudici, l’Istituto Tecnico Industriale e un busto bronzeo nel giardinetto della Biblioteca comunale. Delle sue più importanti pubblicazioni si ricordano: “Teoria generale della finanza pubblica” del 1935, “Politica e sociologia economica” del 1930, “Frammenti di economia sociale” del 1947, una “Collezione di storia della finanza pubblica” in 12 Volumi e “Gela da città agricola a città industriale”.
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