Chiesa Madre

DESCRIZIONE OPERE D'ARTE

 

01 - S. GIOVANNI NEPOMUCENO - Sec. XVIII - Autore anonimo - Olio su tela

Martire del segreto confessionale a Praga. Giovanni Nepomuceno Nacque a Pomuk (antico nome della odierna città di Nepomuk, onde Nepomuceno) nella Boemia occidentale (Repubblica CECA)

Sarebbe anche stato confessore della regina Giovanna di Baviera ed il re, avendo dei dubbi sulla fedeltà della stessa, gli aveva chiesto di rivelare quanto detto in confessione dalla regina. Giovanni non aveva accettato di violare il segreto delle confessioni e perciò venne fatto gettare nella Moldava, dove annegò. Il mattino seguente il corpo venne ritrovato sulle rive del fiume. Il santo con abito canonicale tiene un crocifisso e volge lo sguardo verso il cielo dove un angelo azzurro lo incorona di stelle e gli porge la palma del martirio. Sullo sfondo, invece di Praga è raffigurata Roma con la colonna traiana e il panteon. Attorno al santo diversi angioletti di cui quello a sinistra impone il silenzio, il silenzio del segreto confessionale.

 

02 - NOZZE DI CANA - prima metà del sec. XIX - AUTORI Giuseppe e Francesco Vaccaro da Caltagirone - Olio su tela

La tramutazione dell'acqua in vino, conosciuto anche come miracolo delle nozze di Cana, è il primo miracolo di Gesù, compiuto durante un matrimonio a Cana di Galilea. L'episodio è descritto nel Vangelo secondo Giovanni.

Scena da destra verso sinistra - In primo piano: un cane che rosicchia un osso, Gesù, la Vergine, gli sposi e i discepoli, dietro di loro in penombra servi affaccendati e sullo sfondo un abside di chiesa. Un servo ascolta Gesù che ha il dito rivolto allo sposo. È la Madre di Gesù, vicina al Figlio e gli dice: “Non hanno più vino!”. Vediamo Gesù seduto a tavola per benedire l’amore di due giovani sposi; Gesù con la sua presenza santifica l’unione dei due coniugi. Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono”.

 

03 - SANTI PIETRO E PAOLO - SEC. XVIII - Anonimo - Olio su tela

I due apostoli riuniti vengono a rappresentare l'unità della chiesa; apostoli e martiri, uccisi nello stesso giorno, con la colomba dello Spirito Santo che sovrasta sugli angioletti. Uno regge la tiara papale (tiara a tre corone, detta pertanto anche triregno, divenuto simbolo dell'autorità papale - padre dei principi e dei re, rettore del mondo, vicario in terra di Cristo) sopra Pietro con un cartiglio “Princeps apostolorum”, Principe degli apostoli, l’altro angioletto tiene un cartiglio con la scritta vas electionis est mihi iste, ut portet nomen meum coram gentibus ... («egli è il mezzo che io eletto per portare il mio nome tra le genti). Morirono martiri sotto l’imperatore Nerone: il primo, come dice la tradizione, crocifisso a testa in giù e sepolto in Vaticano presso la via Trionfale, il secondo trafitto con la spada e sepolto sulla via Ostiense.

A destra san Paolo è riconoscibile per la spada, strumento del suo martirio (decapitazione), la lunga barba scura, il mantello tipicamente rosso. Pietro, a sinistra, ha la barba corta bianca, la tonsura e il manto tradizionalmente giallo; inoltre inequivocabili sono le chiavi del Paradiso che pendono a filo di piombo da una catenella al polso.

I due sono catturati dalla lettura del libro che Pietro tiene aperto.

Pietro crocifisso all’ingiù, chiesto da lui, perché non degno di morire come Gesù

Tre episodi con le scene del martirio dei due santi (primo: crocifissione di S. Pietro, secondo consegna chiavi e terzo decapitazione di S. Paolo).

Sulla radura scena della conversione di S. Paolo (perseguitava i cristiani) sulla via di Damasco.

 

04 - SS. TRINITA’ -  SEC. XVIII - Anonimo - Olio su tela

SS. Trinità in gloria. La colomba dello Spirito esce da una luce circondata da angioletti, sopra al centro tra il Dio Padre benedicente in atteggiamento paterno e Gesù che indica la croce sacrificale che tiene; un gruppo di angioletti in basso offre incenso alle divinità. Ebbene, la ragionevolezza del mistero della Trinità sta nel fatto che esso non afferma l’esistenza di tre dei, bensì di un solo Dio che però è in tre Persone (Padre, Figlio e Spirito Santo) uguali e distinte e inseparabili. Didatticamente si attribuisce al Padre l’azione della creazione, al Figlio quella della redenzione, allo Spirito Santo quella della santificazione. Ovvero il Padre crea, il Figlio redime, lo Spirito Santo santifica.

L’amore deve essere sempre giudicato dalla verità, altrimenti può diventare anche la cosa più terribile. Oggi ciò che manca non è l’amore, ma la consapevolezza della Verità, che è un’altra cosa! Oggi ciò che manca è la convinzione che l’amore - perché sia vero - deve essere giudicato dalla verità.

 

05 - ANIME DEL PURGATORIO - SEC. XIX - Anonimo - Olio su tela

Il dipinto anonimo è completo rispetto a molti altri dipinti che si fermano alla Vergine. L’impaginazione della tela delle anime del Purgatorio è distinta in quattro scene; il alto la Trinità, segue la Vergine con le braccia aperte che attende, l’Angelo che nel secondo piano sottostante si porta appresso l’anima defunta con al collo lo scapolare (l’abitino o Santo Scapolare ha acquistato nel mondo un forte segno mariano di protezione da parte di Maria, che ci porta a Gesù); la quarta scena raffigura un burrone dove gemono, pregano le anime purganti non disperate pronte e sollecite a ottenere la Grazia Divina per intercessione di Maria.

A differenza dall'Inferno però, il purgatorio non è inteso, dalla dottrina cattolica-romana, come una punizione crudele ma come espressione dell'amore di Dio. Un'anima imperfetta, si dice infatti, non potrebbe stare al cospetto di Dio senza soffrire immensamente per la propria miseria, perciò il purgatorio viene concepito come uno stato dell'anima (e non necessariamente "un luogo”).

 

06 - MARIA SS. DELL’ALEMANNA - Sec. XIII - Autore anonimo - Dipinto su tavola di quercia di cm. 67 X 52 con uno spessore di cm. 1,5. Icona bizantina (la cui arte si è sviluppata nell'arco di un millennio, tra il IV ed il XV secolo) di Maria SS. d’Alemanna che è chiamata protettrice e Patrona della città di Gela. Dipinto bizantino su fondo oro dove spicca la Madonna vestita di maphorion (mantello) color marrone, con un manto blu adornato di decorazioni e fregi a girali in oro blu cosparso di stelle dorate, che mostra il Bambino già grande; il volto della madonna è leggermente reclinato, una dolcezza tutta materna. I racconti popolari, tramandati da generazione in generazioni, parlano del rinvenimento della venerata icona di Maria SS. d’Alemanna in un modo miracoloso intorno al 1476. Si narra infatti che un contadino mentre arava la terra si accorse che i suoi buoi non proseguivano più; pensando che si trattasse di un ostacolo proveniente da qualche corpo duro sottostante il terreno, il contadino si mise a scavare, anche con la segreta speranza di trovare un tesoro nascosto, ma quale non fu la sua meraviglia quando le sue mani cominciarono a tirar fuori una tavola sulla quale s’intravvedeva una immagine dipinta: era l’effige della Beata Vergine nascosta lì per evitare la distruzione degli iconoclasti. Nel momento stesso in cui estrasse dal terreno l’intero quadro, il contadino si accorse che i due buoi si erano inginocchiati. Si ipotizza che l’icona sia stata portata qui tra il 1220 e il 1243 dai Cavalieri Teutonici (gli Alemanni) che fondarono una magione per i pellegrini che andavano in Terrasanta.

 

07 - DEPOSIZIONE - 1716 - Anonimo - Olio su tela

Nel paesaggio serotino con sullo sfondo il Calvario, torri e case, la scena centrale è composta dal corpo di Gesù esanime che viene adagiato, avvolto in un lenzuolo di lino, da Giuseppe d’Arimatea su una pietra della sepoltura. Due putti-amorini accanto al braccio cadente del redentore e, in primo piano, un recipiente di rame contenete acqua scoperchiato e con cucchiaio caratterizzano la singolarità di questo dipinto. Giuseppe d’Arimatea è ritratto in atteggiamento dialogante con la Madre di Cristo che appare rassegnata accanto a Maria Maddalena che si contorce dal dolore, a una figura avvolta interamente da un mantello arancione e a S. Giovanni piangente.

 

 

 

08 - NATIVITA’ - Sec. XVII - Autore anonimo - Olio su tela

Tema tipico dell’iconografia cristiana. La Madonna, con a lato S. Giuseppe col bastone fiorito, scopre completamente il lenzuolo che copre il Figlio posto su una culla di legno per mostrarlo ai pastori (nel significato teologico prelude a Gesù pastore di uomini) che cominciano ad adorarlo. La scena si svolge all’aperto tra due muri; nella parte superiore un tripudio di angioletti che cantano la scritta di un cartiglio “Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”. Sotto in primo piano un agnello con le quattro zampe legate e in alto a destra una donna suona un flauto diritto. Nella scena a sinistra s’intravvede una testa di bue e sopra una donna con una cesta in testa che indica al giovane che gli sta vicino il Bambino. Sullo sfondo un paesaggio montano con una città con torri e mura di cinta.

 

09 - DORMITIO VIRGINIS - 1563 di Deodato Guinaccia (nato a Napoli) - dipinto su tavola

Composizione complessa con al centro il Transito di Maria con gli apostoli intorno al feretro e nella parte superiore in una scena contornata dalle nuvole l’anima (animula) di Maria accolta in paradiso dal Padre, prima del corpo, in un contesto di angioletti e di angeli con le candele. Nella scena centrale Pietro è intento a leggere circondato dagli apostoli mentre alcuni ragazzi-angeli tengono in mano una candela attorno al corpo esanime della Vergine. Ai lati del catafalco si osservano le due sponde a figura di grossi felini. In primo piano a ridosso del catafalco a sinistra un guerriero romano e uno scrivano, forse S. Luca, mentre descrive del prodigio.

 

10 - MADONNA CON BAMBINO - Sec. XIV - Autore anonimo - Dipinto su tavola

 

Soggetto assai diffuso dell'arte bizantina sviluppata nell'arco di un millennio, tra il IV ed il XV secolo, che raffigura la Madonna (colei che genera Dio) con aureola a girali e maphorion (mantello) con tre stelle e frange a girali, simbolo della perpetua verginità, che allatta il Bambino forse seduta su un trono con ai lati due angeli anche loro con aureola, il tutto inserito in una cornice barocca sostenuta da un angelo e in un tripudio di angioletti volteggianti sulle nuvole supportate da una raggera color oro. Il Bambino ha una tunica color rosso cosparsa di stelle e con frange a girali. Forse ha subito diversi rimaneggiamenti, in particolare sembra che ci sia stata una prima cancellazione del seno scoperto e poi una sua ricollocazione che però è stata posizionata malamente. Il Bambino ha una collana e due braccialetti di corallo con grani color rosso e nero alternati; la collana ha pure due rami pendenti di corallo. Il significato del corallo è quello di un amuleto specifico dell’infanzia e di protezione dei neonati, come protezione delle forze malvagie e di significato apotropaico. L’icona si trovava nella chiesetta di Betlemme, sito di un antico santuario greco.

11 - STATUA DEL SACRO CUORE - Statua di gesso del 1915

 

12 - S. FRANCESCO SAVERIO - 1793 - Autore Giuseppe Tresca - Olio su tela

Fondatore assieme a S. Ignazio di Loyola fondatore dell’Ordine della Compagnia di Gesù. Dipinto con tre scene del santo evangelizzatore spagnolo con abito sacerdotale dei gesuiti (antesignano missionario), sullo sfondo mentre predica in alto a destra e mentre battezza quasi al centro; la terza in primo piano col Santo che spiega agli indigeni delle Indie, che parlottano tra di loro, la realtà della Croce. In primo piano una donna allattante.

 

13 - SACRA FAMIGLIA CON S. GIOVANNINO - 1788 - Autore Giuseppe Tresca - Olio su tela

La Sacra Famiglia al ritorno dall’Egitto ha avuto un posto importante nell'arte ed in particolare nell'arte pittorica. La Madonna seduta tiene sulle ginocchia Gesù Bambino che accarezza il cugino S. Giovannino (S. Giovanni Battista da piccolo), con un piccolo bastone a croce con la scritta “Ecce agnus Dei”, che lo adora con vicino un agnellino simbolo di Cristo che si sacrifica per gli uomini. In piedi S. Giuseppe, col bastone fiorito, poggiato con un braccio sul sedile.

 

14 - MADONNA DEL SOCCORSO - Sec. XVIII - Anonimo - Olio su tela

Un inno trionfale ai santi della Riforma cattolica posti sotto la Madonna del Soccorso (col Bambino Pantocratore che tiene il globo in mano) che tiene in mano una mazza per “percuotere” l’eresia e il demonio quest’ultimo a sinistra tra le fiamme che si rannicchia terrorizzato ai suoi piedi, in un tripudio di luce e di angioletti e angeli che gli volteggiano attorno di cui due tengono una corona. In primo piano i quattro santi Francesco di Sales vestito da vescovo, S. Ignazio di Loyola (gesuita) con il vangelo, Luigi Gonzaga (gesuita) con il giglio e Filippo Neri con sullo sfondo la scena di un morente assistito dagli angeli.

 

15 - BATTESIMO DELL’EUNUCO - 1858 - Giuseppe e Francesco Vaccaro da Caltagirone - Olio su tela

La scena centrale vede il diacono Filippo con una ciotola di acqua intento a battezzare il funzionario etiope eunuco della regina d’Etiopia Candace. In alto due angioletti volteggiano nel cielo segno della protezione divina. Ai lati della scena centrale compaiono un soldato dall’elmo piumato con la lancia e un giovane che tiene a bada i due cavalli del carro. Accovacciata vicino l’eunuco una donna.

 

16 - PREDICA DI S. GIOVANNI BATTISTA - Sec. XVIII - Autore anonimo - Olio su tela

S. Giovanni Battista, vestito con pelliccia fatta di peli di cammello, col dito indicante il Padre in cielo mentre predica agli ascoltatori disposti a semicerchio tra cui spiccano dei soldati romani con lorica e lancia con alabardina, uno di essi baffuto a destra guarda verso l’osservatore così come fa una donna con due bambini in primo piano a sinistra. E’ rappresentato anche il bastone a croce, fatto di canna, con cartiglio Ecce agnus Dei e l’agnello, attributi di S. Giovanni. Sullo sfondo un paesaggio montano con una città con torri e mura di cinta.

 

17 - ASSUNTA - 1786 - Giuseppe Tresca - Olio su tela

In alto, in un tripudio luminoso di angioletti volteggianti in una raggera di nuvole, la Vergine Maria con le braccia alzate e con lo sguardo rivolto al cielo, dopo la sua dipartita, è trasportata per virtù divina da due angeli verso la Gloria Celeste del Paradiso. La Vergine viene volutamente raffigurata dal Tresca quando ancora non ha completato la sua ascesa all'Empireo, ed è per questo che il suo volto non è totalmente illuminato dalla luce divina: l'ombra di parte del capo e del corpo infatti richiama il mondo terreno, cui la Vergine appunto rimane legata fintanto che non abbia completato l’ascensione, infatti, per lo stesso motivo il pittore fa mancare la raffigurazione del Padre. In basso gli apostoli intorno al sepolcro vuoto, che assistono increduli all'evento miracoloso, stupiti dal prodigio dopo che S. Giovanni scopre il lenzuolo che contiene un mazzo di rose al posto del corpo della Madonna; addirittura alcuni di essi sembrano frugare con lo sguardo all’interno del sarcofago, altri invece pregano di fronte alla grandezza di ciò che appare ai loro occhi. I volti e i gesti degli apostoli, non preparati a ciò che stanno vedendo, sono caratterizzati da una grande agitazione che rendono al dipinto una particolare dinamicità, inoltre, l'uso dell'illuminazione, ora diretta ora soffusa e in ombra, crea contrasti che amplificano il risalto di alcuni personaggi su altri e suggeriscono la profondità spaziale nella tela.

 

 

DIPINTI SUL SOFFITTO DEL TRANSETTO

TELE DEL NOVECENTO

 S1 - SANTA GIOVANNA D’ARCO - Autore anonimo - Dipinto su tela

Combattè per la Francia contro gli Inglesi. Catturata dai Borgognoni fu venduta agli Inglesi che con un tribunale ecclesiastico d’inquisizione la condannarono al rogo per eresia e stregoneria. Fu riabilitata dalla Santa Sede tempo dopo nel 1456. Viene raffigurata in arme e con abiti maschili per preservare la sua verginità; è provvista di armatura e impugna uno stendardo bianco su cui fece scrivere i nomi di Gesù e Maria e raffigurare Dio assiso sull’arcobaleno, affiancato da due angeli recanti tra le mani il giglio di Francia. E’ Patrona della Francia.

 

S2 - GESU’ E SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE MONACA - 1930 - Autore Giuseppe Barone

La monaca è raffigurata mentre s’inginocchia al cospetto di Gesù. E’ legata alla devozione del Sacro Cuore di Gesù derivata da una sua ispirazione (nella cappella sottostante c’è infatti la statua del Sacro Cuore di Gesù).

PENNACCHI DELLA CUPOLA CON I SANTI EVANGELISTI

AFFRESCATI DA RAFFAELE AMICO DI CALTANISSETTA DEL 1973

Narrano la vita, morte e resurrezione di Gesù Cristo

 in 4 vangeli del Nuovo Testamento

Sullo sfondo dei quattro affreschi compare uno stuolo di angeli

con le trombe per accogliere gli eletti nei cieli.

 

P1 - S. GIOVANNI - Unico apostolo a non abbandonare Gesù durante la crocifissione, è raffigurato con l’aquila (che riesce a fissare la luce del sole, quindi riferita allegoricamente al santo che riuscì a contemplare la Vera Luce del Verbo) e la penna mentre scrive il libro dell’Apocalisse (quarto Vangelo) l'ultimo del Nuovo Testamento. Nel cartiglio ai piedi del santo si legge: Rex Regum et Dominus Dominantium (Gesù Cristo, Re dei Re e Signore dei Signori).

 

 

P2 - S. MATTEO - Autore del primo Vangelo, è raffigurato anziano e barbuto, ha come emblema un angelo che lo ispira o gli guida la mano mentre scrive il vangelo.  Sul cartiglio ai piedi del santo si legge data est mihi potestas in coelo et in terra (Mi ha dato la forza in cielo e in terra).

P3 - S. MARCO - Raffigurato con tunica e pallio nell’atti di scrivere il Vangelo, le sue spoglie furono trafugate con uno stratagemma da due mercanti veneziani nell'anno 828 e trasportate, dopo averle nascoste in una cesta a Venezia, di cui diventò Patrono. A Gerusalemme nella casa della madre si tenne l’Ultima Cena. Accanto al santo mentre scrive vi è un leone alato (stemma della Serenissima) che artiglia un libro. Ai piedi del santo in un cartiglio si legge tu es rex judeorum tu dicis (Tu dici che sei re dei Giudei). Fu autore del secondo Vangelo.

P4 - S. LUCA - E’ raffigurato con il libro e il vitello animale sacrificale. Autore del terzo vangelo. Fu anche pittore e il primo a dipingere la Vergine. Sul cartiglio ai piedi del santo si legge et regni eius non erit finis (il suo regno non avrà fine).

 

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