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VINCENZO D'ANNA   

Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 2 giugno 1872  

Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 30 gennaio 1881

 Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 31 marzo 1890

 Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 5 gennaio 1873

 Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia

 Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 27 giugno 1895

 

COMMEMORAZIONE DEL SENATORE TERRANOVESE

COMM. VINCENZO D’ANNA

(Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 28 giugno 1902)

 

    PRESIDENTE. Signori senatori! Ho il dolore di annunziare al Senato la perdita di un ottimo collega, il Comm. D'Anna Vincenzo avvenuta ieri nelle ore pomeridiane, in Roma. Nato a Terranova di Sicilia, nel dì 1° ottobre 1831, il nostro D'Anna, laureato in ingegneria, entrò, giovane ancora, nella carriera dei pubblici uffizi, e già da parecchio tempo aveva raggiunto il grado di direttore generale nel Ministero dei lavori pubblici quando fu chiamato al posto di consigliere, poi di presidente di Sezione nel Consiglio di Stato, che tenne con grande onore, fino a che rimase in vita. Conosciuto e stimato in patria per carattere indipendente e leale, Vincenzo D'Anna fu eletto due volte dai suoi compaesani a fare parte della Camera dei Deputati, ma due volte dovè lasciare l'ufficio perchè la sorte non gli arrise per eccedenza del numero nella categoria generale dei deputati impiegati. Ma indi a breve tempo, cioè nel novembre 1892, il degno uomo venne elevato alla dignità senatoria, e così la Maestà del Re diede segno di apprezzarne lo qualità veramente esimie ed i meriti distinti del cittadino liberale e coscienzioso. Colpito da morbo crudele, egli non manco tuttavia, finchè gli durarono le forze, di attendere ai suoi doveri, malgrado le dure sofferenze, il bravo collega si trascinava a stento in quest'aula per assistere alle sedute del Senato. Ma l'ultima ora del buono e valoroso collega si annunziava visibilmente, e Vincenzo D'Anna mori serenamente fra il compianto dei congiunti, o di quanti ebbero maggiormente opportunità di apprezzarne le qualità di mente o di cuore. Lo Stato perde in lui uno dei più intelligenti e laboriosi funzionari e noi sentiamo a nostra volta di aver perduto in Vincenzo D'Anna uno dei più distinti ed operosi compagni che sono l'ornamento di questo nostro Senato. Ond'io, a nome di voi tutti, mi compiaccio di deporre sul feretro del valoroso collega l'augurio, che Dio conceda a quell'anima cosi travagliata in vita la pace ed il riposo eterno del giusto (Approvazioni).

    SAREDO. Domando di parlare.

    PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

    SAREDO. Mi sia consentito di aggiungere una parola alla eloquente commemorazione del nostro Presidente già fatta del perduto collega. Venuto al Consiglio di Stato dopo lunga ed onorata carriera egli vi ha portato una grande perizia nei vari rami delle pubbliche amministrazioni, una indefessa operosità, una profonda devozione alla cosa pubblica. Chiamato alla presidenza della II sezione del Consiglio di Stato, la sua grande conoscenza della legislazione e della pratica dei lavori pubblici, lo pose in grado di rendere allo Stato i più segnalati servizi. A nome del Consiglio di Stato ringrazio il nostro illustre Presidente dei meritati elogi che ha tributato alla memoria del compianto collega, elogi che giungeranno come non lieve conforto alla desolata famiglia. (Approvazioni).

    GIOLITTI, ministro dell'interno. Domando la parola.

    PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.

    GIOLITTI, ministro dell'interno. A nome del Governo mi associo ai sentimenti di rimpianto espressi dal presidente del Senato e dal senatore Saredo, presidente del Consiglio di Stato. Io che ebbi l'onore di essere per molti anni collega del rimpianto senatore D'Anna come membro del Consiglio di Stato, ho avuto occasione di conoscere quanto valesse quell'uomo e per ingegno e per carattere e per operosità, ed in lui io ho ammirato non solamente il funzionario, ma anche l'egregio padre di famiglia, l'uomo che deve tutto a se stesso, perché egli dalla fortuna nulla aveva avuto e la posizione altissima che si procurò nel Consiglio di Stato e nel Senato è dovuta esclusivamente all'operosità sua e alla stima che tutti i suoi colleghi avevano per il suo ingegno e carattere.

    Il Senatore Comm. Vincenzo d’Anna, di Giuseppe e di Catalano Rosalia, morì a Roma il 27giugno 1902. Sposato con Maria Maddalena Bonfigli ebbe 8 figli. Funzionario amministrativo e Magistrato, ricoprì le cariche di:

Direttore capo dei lavori pubblici nel Consiglio dei ragionieri (1877);

Direttore generale di Ponti e Strade del Ministero dei lavori pubblici (1879);

Consigliere di Stato (27 settembre 1882);

Consigliere della Corte di cassazione di Palermo (1882, 1884);

Presidente di sezione del Consiglio di Stato (30 dicembre 1892);

Membro della Commissione di vigilanza al debito pubblico.

    Nell’aprile del 1886 il Comm. Vincenzo D’Anna, dopo quarant’anni di assenza ritornò per una rimpatriata a Terranova di Sicilia; il Sindaco, conte Nicola Panebianco, per l’occasione organizzò dei festeggiamenti per l’illustre concittadino oltre a un banchetto con le personalità della città nel locale del “Liceo Convitto Principessa Pignatelli alle ore sette pomeridianeà” del 24 aprile 1886.

 

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