VINCENZO D'ANNA
Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 30 gennaio 1881
COMMEMORAZIONE DEL SENATORE TERRANOVESE
COMM. VINCENZO D’ANNA (Senato del Regno, Atti
parlamentari. Discussioni, 28 giugno 1902)
PRESIDENTE. Signori
senatori! Ho il dolore di annunziare al Senato
la perdita di un ottimo collega, il Comm. D'Anna
Vincenzo avvenuta ieri nelle ore pomeridiane, in
Roma. Nato a Terranova di Sicilia, nel dì 1°
ottobre 1831, il nostro D'Anna, laureato in
ingegneria, entrò, giovane ancora, nella
carriera dei pubblici uffizi, e già da parecchio
tempo aveva raggiunto il grado di direttore
generale nel Ministero dei lavori pubblici
quando fu chiamato al posto di consigliere, poi
di presidente di Sezione nel Consiglio di Stato,
che tenne con grande onore, fino a che rimase in
vita. Conosciuto e stimato in patria per
carattere indipendente e leale, Vincenzo D'Anna
fu eletto due volte dai suoi compaesani a fare
parte della Camera dei Deputati, ma due volte
dovè lasciare l'ufficio perchè la sorte non gli
arrise per eccedenza del numero nella categoria
generale dei deputati impiegati. Ma indi a breve
tempo, cioè nel novembre 1892, il degno uomo
venne elevato alla dignità senatoria, e così la
Maestà del Re diede segno di apprezzarne lo
qualità veramente esimie ed i meriti distinti
del cittadino liberale e coscienzioso. Colpito
da morbo crudele, egli non manco tuttavia,
finchè gli durarono le forze, di attendere ai
suoi doveri, malgrado le dure sofferenze, il
bravo collega si trascinava a stento in
quest'aula per assistere alle sedute del Senato.
Ma l'ultima ora del buono e valoroso collega si
annunziava visibilmente, e Vincenzo D'Anna mori
serenamente fra il compianto dei congiunti, o di
quanti ebbero maggiormente opportunità di
apprezzarne le qualità di mente o di cuore. Lo
Stato perde in lui uno dei più intelligenti e
laboriosi funzionari e noi sentiamo a nostra
volta di aver perduto in Vincenzo D'Anna uno dei
più distinti ed operosi compagni che sono
l'ornamento di questo nostro Senato. Ond'io, a
nome di voi tutti, mi compiaccio di deporre sul
feretro del valoroso collega l'augurio, che Dio
conceda a quell'anima cosi travagliata in vita
la pace ed il riposo eterno del giusto
(Approvazioni).
SAREDO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SAREDO. Mi sia consentito
di aggiungere una parola alla eloquente
commemorazione del nostro Presidente già fatta
del perduto collega. Venuto al Consiglio di
Stato dopo lunga ed onorata carriera egli vi ha
portato una grande perizia nei vari rami delle
pubbliche amministrazioni, una indefessa
operosità, una profonda devozione alla cosa
pubblica. Chiamato alla presidenza della II
sezione del Consiglio di Stato, la sua grande
conoscenza della legislazione e della pratica
dei lavori pubblici, lo pose in grado di rendere
allo Stato i più segnalati servizi. A nome del
Consiglio di Stato ringrazio il nostro illustre
Presidente dei meritati elogi che ha tributato
alla memoria del compianto collega, elogi che
giungeranno come non lieve conforto alla
desolata famiglia. (Approvazioni).
GIOLITTI, ministro
dell'interno. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di
parlare. GIOLITTI, ministro dell'interno. A nome del Governo mi associo ai sentimenti di rimpianto espressi dal presidente del Senato e dal senatore Saredo, presidente del Consiglio di Stato. Io che ebbi l'onore di essere per molti anni collega del rimpianto senatore D'Anna come membro del Consiglio di Stato, ho avuto occasione di conoscere quanto valesse quell'uomo e per ingegno e per carattere e per operosità, ed in lui io ho ammirato non solamente il funzionario, ma anche l'egregio padre di famiglia, l'uomo che deve tutto a se stesso, perché egli dalla fortuna nulla aveva avuto e la posizione altissima che si procurò nel Consiglio di Stato e nel Senato è dovuta esclusivamente all'operosità sua e alla stima che tutti i suoi colleghi avevano per il suo ingegno e carattere.
Il Senatore Comm.
Vincenzo d’Anna, di Giuseppe e di Catalano
Rosalia, morì a Roma il 27giugno 1902. Sposato
con Maria Maddalena Bonfigli ebbe 8 figli.
Funzionario amministrativo e Magistrato, ricoprì
le cariche di: Direttore capo dei lavori
pubblici nel Consiglio dei ragionieri (1877); Direttore generale di Ponti e
Strade del Ministero dei lavori pubblici (1879); Consigliere di Stato (27
settembre 1882); Consigliere della Corte di
cassazione di Palermo (1882, 1884); Presidente di sezione del
Consiglio di Stato (30 dicembre 1892); Membro della Commissione di
vigilanza al debito pubblico. Nell’aprile del 1886 il Comm. Vincenzo D’Anna, dopo quarant’anni di assenza ritornò per una rimpatriata a Terranova di Sicilia; il Sindaco, conte Nicola Panebianco, per l’occasione organizzò dei festeggiamenti per l’illustre concittadino oltre a un banchetto con le personalità della città nel locale del “Liceo Convitto Principessa Pignatelli alle ore sette pomeridianeà” del 24 aprile 1886.
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