Chiesa Madre
Nel
1766, sulla superficie prospiciente l’attuale Piazza Umberto I, furono iniziati
i lavori per la costruzione della nuova chiesa Madre, proprio sullo stesso sito
dove prima sorgeva la piccola chiesa di
Santa Maria de’ Platea; quest’ultima allora minacciava rovina sia per le
gravi lesioni riportate durante il sisma del 1693 sia per la vetustà, essa,
infatti, era stata edificata nella prima metà del XIII secolo. La chiesa Madre,
definitivamente completata nella prima metà dell’Ottocento, si erge a tre navate
con cupola e torre campanaria del 1837; intitolata alla Vergine Assunta Madre di
Gesù, presenta una pianta a croce latina con schema basilicale. La facciata
principale in stile neo-classico, opera dell’architetto terranovese Giuseppe Di
Bartolo Morselli nel 1844, “…presenta una composizione architettonica articolata
in doppio ordine sovrapposto, fortemente rilevato al centro con colonne
aggettanti per tre quarti, con ordine dorico alla base e ionico superiormente;
nella parte superiore spiccano il frontone adornato di acrotèri e la croce oltre
ad una placca litica ovoidale con in bassorilievo lo stemma mariano. Due
profonde nicchie nel piano superiore, dove sono collocati due vasi,
contribuiscono a dare alla facciata stessa una nota di gaiezza.”
“...Nell’interno della chiesa la navata
centrale si eleva in uno slanciato ordine di ispirazione composito, con alti
capitelli alla sommità di paraste scanalate; la volta, che è divisa in cinque
campate con decorazioni di stucco bianco e dorato, nel catino dell’ abside si fa
ricca nei suoi scomparti, per composizione di ornati ed effetto cromatico. Le
navate laterali, divise anch’esse in cinque campate con cupolette semisferiche
impostate su pennacchi sferici, formano altrettante cappelle, oltre quelle del
transetto e le altre del SS. Sacramento e della Passione (ai lati dell’ abside),
e conferiscono alla chiesa un maggiore complesso di spazi...”.
Nella Chiesa Madre si trovano diverse pale dipinte del Settecento e
dell’Ottocento (Giuseppe Tresca e Francesco Vaccaro sono alcuni degli autori),
un notevole dipinto su tavola del 1563 che raffigura il Transito di Maria
attribuito a Deodato Guinaccia, alcuni affreschi, tre monumenti e un grande
organo del 1939 con 31 canne di facciata, disposte a cuspide; nella canonica,
interamente ricostruita nel 1988, sono conservate diverse tele raffiguranti i
parroci della chiesa e il Cardinale Panebianco, nonché due pregiati dipinti su
tavola con fondo in oro raffiguranti rispettivamente Maria SS. dell’Alemanna (o
della Manna), patrona di Gela la cui festa ricorre l’8 di settembre, e una
Madonna con Bambino. Infine, nell’archivio oltre ad antichi documenti, sono
conservati i registri di morte, battesimo e matrimonio dal 1563.
Tra
il 2007 e il 2013, durante i lavori di ripavimentazione delle tre navate della
chiesa, sono venute alla luce delle cripte e diverse sepolture gentilizie.
MADONNA CON BAMBINO
- Sec. XIV - Autore anonimo -
Dipinto su tavola
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