CHIESA DEL ROSARIO A GELA

Lettera aperta

Gela 13 maggio 2024

  

      Alla cortese attenzione di

 

             Sua Eccellenza Reverendissima

                 Mons. Rosario Gisana

          Vescovo della Diocesi di Piazza Armerina

               (diocesipiazza@pec.chiesacattolica.it)

 

         del Soprintendente ai BB.CC.AA. di Caltanissetta

           Arch. Daniela Vullo

                                 (sopricl@certmail.regione.sicilia.it)

                                     (daniela.vullo@regione.sicilia.it)

                         del Parroco della Chiesa Madre di Gela

                                                      D. Vincenzo Cultraro

                                      (chiesamadregela@gmail.com)

                            

         e p. c.

 

       ai Mass Media

 

Oggetto: reiterazione di lettera aperta, inviata una prima volta in data 20 gennaio 2022, alle istituzione competenti per la salvaguardia di un bene culturale.

 

    Preso atto di una mancata risposta delle SS.VV. relativa ad una prima lettera aperta, datata 20 gennaio 2022, con la quale si poneva all’attenzione la precarietà di un bene culturale di pregio nella Chiesa del Rosario di Gela, con la presente lo scrivente pone per la seconda volta all’attenzione dei responsabili delle Istituzioni, agli indirizzi di cui sopra, la salvaguardia dello stesso bene culturale, oggi maggiormente in fase avanzata di degrado, che si trova ubicato sulla cuspide della torre campanaria della suddetta chiesa. Si tratta di due pregiate coperture di piastrelle di maiolica colorate in giallo e verde ramino (vedi allegate foto), aderenti l’una all’altra, disposte a squama di pesce alternativamente a formare un motivo a V capovolta, impiantate su un letto di malta; il tutto, oltre ad essere un esempio unico e originale di uso di maioliche dell’ultima produzione ottocentesca di fabbriche siciliane, rappresenta il retaggio di un’arte laterizia che si perde nella notte dei tempi.   

    Quindi un esempio raro di una pregiata arte antica di notevole valore, un’impronta di un luogo e di una civiltà siciliana, che purtroppo da tempo si trova in uno stato di degrado, probabilmente per mancanza di finanziamenti per il suo restauro nonostante che l’ottocentesca torre campanaria da più di vent’anni sia stata provvista di un ponteggio a tale fine. Da sottolineare che già alla fine degli anni ’80 tali piastrelle erano state segnalate per la loro rilevanza in un articolo presentato in occasione del XIX Convegno internazionale della ceramica di Albisola, centro ligure di primaria importanza per la Storia della Ceramica, dalla Prof.ssa Salvina Fiorilla, medievista a livello regionale. Pertanto, per la seconda volta si sollecitano le SS.VV. a intervenire sollecitamente prima che di questo complesso artistico rimanga solamente un ricordo fotografico.

    Si coglie l’occasione per inviare distinti ossequi.

Nuccio Mulè

P.S.

    E in merito sempre alla chiesa del Rosario, stavolta al suo interno, con la presente si vuole cogliere l’occasione per avere contezza della fine fatta da un affresco o forse una tela dell’Ottocento, la cui foto è allegata alla presente, che si trovava sul soffitto della navata, quasi sopra l’altare maggiore, opera del pittore locale Filippo Casabene (restauratore presso la Galleria Borghese di Roma) che ritraeva l’”Annunciazione” e che completava assieme agli attuali  “Gesù risuscita Lazzaro”, “Gesù e l’Adultera” e “Gesù nel tempio fra i Dottori”, la serie dei quattro dipinti della navata. La sparizione, si spera non definitiva, risale all’ultimo restauro avvenuto intorno al 2010 quando oltre all’interno della chiesa furono restaurati anche i suoi dipinti.

 

 

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