LUIGI CASCIANA
LUIGI CASCIANA, TENENTE DEL REGIO ESERCITO
In questo capitolo si vuole
ricordare un eroe gelese che, nei primi decenni
del Novecento, immolò la propria vita per
la Patria. Il suo nome è Luigi Casciana.
Il Comune nel 1937,
allora retto dal Podestà Vincenzo Gueli, aveva
fatto edificare nelle vicinanze del Municipio un
monumento alla sua memoria, assieme ad un altro
eroe, per perpetuarne il ricordo ai posteri, ma,
nel 1953, in base ad un’ordinanza prefettizia di
“defascistizzazione”, fu smantellato e relegato
in un magazzino comunale dove se ne persero
definitivamente le tracce nonostante che dopo
fosse stato deciso di ricollocarlo al proprio
posto.
Sulla stele del
monumento si leggeva la seguente epigrafe: Giovanni
Guccione
medaglia d’oro contro i ne
gatori della patria
Luigi Casciana marti
re fascista
combattendo fecondarono
col loro
sangue
il nuovo impero di Roma
che
Mussolini ha fondato ai due figli
eroici
Gela nell’anno XV dell’era fasci
sta
dell’impero
consacra
Non frustra.
I fatti che coinvolsero
Luigi Casciana accaddero nel 1920 in Dalmazia,
una regione della Penisola Balcanica (allora
italiana, oggi divisa tra Croazia, Bosnia e
Montenegro) che dal 1947 fa parte della
Jugoslavia. Luigi Casciana, sottotenente del 76°
Fanteria, il 13 luglio del 1920 a Trieste ebbe
l’ordine di proteggere con un drappello di
soldati un gruppo di persone di minoranza
etnica, alloggiate all’Hotel Balkan, da
un’azione di protesta italiana guidata da un
manipolo di squadristi; durante tale protesta,
però, dall’edificio furono sparati diversi colpi
d’arma da fuoco e lanciate alcune granate di cui
alcune schegge colpirono a morte il Casciana.
Dopo lo sbandamento dei soldati posti a guardia
dell'albergo, i dimostranti presero il
sopravvento e con il lancio di bombe a mano
causarono un principio d’incendio dell'edificio
cui seguirono una serie di esplosioni causate a
quanto pare dal materiale bellico occultato
all'interno da forze jugoslaviste e slovene. Sul
numero 16 del giornale "II
Dalmata" del
luglio del 2000 (sito Internet
http://www.dalmazia.it/dalmazia/dalmata/news61.htm)
in un articolo dal titolo “Sull’ex
Hotel Balkan corone tricolori in memoria dei
caduti di Spalato e Trieste”
si legge il resoconto di una manifestazione
fatta a Trieste di cui si riportano qui alcuni
stralci: “Due
corone d’alloro per i Caduti del 1920 sono state
deposte a cura del libero Comune di Zara in
Esilio, della Lega Nazionale di Trieste e della
Federazione Grigioverde, che raggruppa 32
associazioni d’arma, sul portale della Scuola
interpreti dell’Università di Trieste, già Hotel
Balkan... Il rappresentante dei dalmati Renzo
de’Vidovich ha rievocato i tumulti del 1920
culminati con l’eccidio di Spalato, nel quale
presero la vita il Comandante Tommaso Gulli,
MOVM della Marina militare italiana, ed il
motorista
Aldo Rossi della
Regia Nave Puglia ancorata nel porto di Spalato
dell’uccisione all’arma bianca in piazza Unità
d’Italia di Trieste di un pacifico dimostrante
di origine dalmata, Giovanni Nini e del tenente
Luigi Casciana. L’on. de‘ Vidovich ha richiesto
che la Scuola interpreti sia intitolata al
tenente Luigi Casciana, ricordando che il Suo
Sacrificio ha avuto luogo proprio davanti
all’Hotel Balkan che difendeva da un corteo di
protesta italiano guidato da un manipolo di
fascisti. Dal Balkan si sparò sui soldati
italiani e si gettò una bomba che ferì a morte
il generoso ufficiale che garantiva l’ordine
pubblico ed i diritti delle minoranze
linguistiche presenti a Trieste”.
Contrariamente a quanto riportato dalla suddetta epigrafe del monumento, quindi, sembra scontato che il Casciana, definito impropriamente come “martire fascista”, nulla ebbe a che fare con quel nascente regime, anzi, si può dire che, se pur indirettamente, l’azione di quegli squadristi fu causa della sua morte.
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