
Piazza S. Agostino
oggi un acquerello
che ha perso i suoi colori...
Questa piazza, denominata
nel 1915 allo statista Antonio Salandra e
ritornata all’antic...o
toponimo qualche lustro fa, risale probabilmente
alla fondazione di Terranova. Fino allo scorso
secolo attorno ad essa esistevano ben cinque
chiese: quelle di S. Agostino, S. Francesco di
Paola, Santa Lucia, S. Nicola di Bari e S.
Giovanni di Dio (quest’ultima con annesso
ospedale); di esse oggi sono rimaste solamente
le prime due, S. Agostino e S. Francesco di
Paola.
Nella piazza, inoltre, esiste un edificio di
proprietà comunale, il Teatro Eschilo che,
chiuso nel 1975, è stato ristrutturato e
riaperto nel febbraio del 2013. Fino agli inizi
degli anni Sessanta tutta la superficie della
piazza era provvista di basolatura in pietra
bianca del Ragusano con al centro una
caratteristica fontanina d’acua potabile (‘u
cannolu). Spesso sulla superficie della piazza
si impiantavano diversi circhi itineranti di cui
si ricordano il Bisbini, il Canestrelli e il
Pierantoni.
La cartolina ci fa vedere in primo piano a
destra la cinquecentesca chiesa di S. Nicola di
Bari ad unica navata e con cella campanaria a
tre finestre compresa nella stessa facciata; non
si conosce il periodo in cui la chiesa fu
diroccata, però, in base a diversi riferimenti
si può presumere che sia stata demolita, forse
perché pericolante, nella seconda metà degli
anni Venti. Per diversi decenni lo spazio su cui
sorgeva detta chiesa fu utilizzato come deposito
di automezzi dell’allora vicina caserma dei
Vigili del Fuoco.
Contiguo alla chiesa la cartolina fa vedere il
Teatro Comunale, costruito nel 1832 sullo stesso
sito della chiesa di S. Giovanni di Dio.
La cartolina ancora lascia vedere in fondo la
chiesa di S. Agostino ed in parte il contiguo
convento dei PP. Agostiniani.
Molte sono state a Gela le penalizzazioni che ha
subito il suo centro storico, e a dismisura
dagli anni Sessanta in poi; piazza S. Agostino,
sicuramente è stata una di quelle che ha subito
il maggior deturpamento, specialmente col
progetto “una via tre piazze”, e l'attenta
osservazione di quel che ci propone questa
cartolina risalente al primo decennio di questo
secolo, certamente la più bella che un
collezionista possa possedere, ci fa cogliere le
più significative differenze di allora rispetto
ad oggi.
Piazza S. Agostino, ieri bella e vivibile dalla
gente, un tempo basolata e luogo d'incontro e
passeggio dei terranovesi, dagli anni Sessanta
in poi posteggio d'auto e sede di un mercato
ortofrutticolo abusivo. Oggi ancora aperta al
traffico veicolare e punto d’incontro notturno
di molti giovani.
Le chiese di S. Agostino, S. Francesco di Paola,
Santa Lucia, S Nicola di Bari e S. Giovanni di
Dio, il teatro “Maria Teresa”, il convento degli
agostiniani, l'orfanotrofio “Regina Margherita”
e i palazzi con artistiche modanature facevano
una volta da cornice pittoresca a quest'ampia
piazza. Oggi quell'”acquerello” ha perso i suoi
colori, è diventato grigio e fatiscente, corroso
dai gas di scarico delle auto e dall'incuria
della gente.
Che cosa rimane oggi oltre al teatro e alle due
chiese di S. Agostino e S. Francesco di Paola se
non una lapide, dedicata all’innocente Grazia
Scimè vittima innocente di una sparatoria
avvenuta in questa piazza il 19 novembre del
1988, che ricorderà ai posteri “...la virulenza
delle barbarie criminale”.
La cartolina, viaggiata il 23 dicembre 1911,
misura 14 X 9 cm.; l’edizione è quella di P.
Mossuto in Terranova di Sicilia. Dell’esemplare
proposto esistono, con qualche variante, almeno
altre due cartoline, però, in bianco e nero.
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