ON.LE SALVATORE ALDISIO

    Salvatore Aldisio è senza dubbio il personaggio più importante che Gela abbia avuto in epoca moderna. Importante uomo e leader politico del dopoguerra, Aldisio ha rappresentato una figura chiave della storia siciliana al punto che lo si considera padre dell’autonomia regionale; è stato quindi un personaggio prestigioso, ma lo è stato anche in ambito nazionale per il suo impegno allo sviluppo democratico del Paese e il brillante curriculum politico.     Il suo contributo sociale, intelligente e validissimo, si può considerare una pietra miliare nella storia del dopoguerra italiano. Notevole fu la sua partecipazione alla ricostruzione del paese assieme ai maggiori esponenti dei partiti politici. Autentico figlio del popolo ed interprete del pensiero di Don Sturzo “…autonomia sì, indipendenza no”, sostenne coraggiosamente contro il separatismo il concetto di autonomia siciliana non disgiunta dall’unità nazionale, dando un contributo di primaria importanza all’elaborazione dello statuto regionale. Durante la sua militanza politica del dopoguerra, diverse ed importanti furono le cariche a cui fu chiamato dallo Stato; Prefetto di Caltanissetta e Alto Commissario per la Sicilia, ministro dei Lavori Pubblici e della Marina Mercantile e, infine, vicepresidente del Senato della Repubblica. In chiusura di questa brevissima biografia di Salvatore Aldisio, si vuole proporre un brano tratto da un suo opuscolo dal titolo “Ricordi di una grande battaglia”, brano che si può considerare come testamento morale, lasciato ai politici gelesi dai quali, purtroppo, è rimasto misconosciuto e disatteso. “…Gela sarà la pietra di paragone, il dato di riferimento, la zona pilota alla quale guarderanno con ansioso interesse gli studiosi dei problemi economici e quanti chiedono e sperano di vedere finalmente redento il mezzogiorno d’Italia che, rinnovato, irrobustirà l’economia generale di tutto il Paese”. “Gela ne sono sicuro non verrà meno a questo alto mandato che la Nazione e la Regione le affidano”. Continua lo scritto di Salvatore Aldisio con un augurio alla città: “…Già, con gli occhi della fantasia, io precedo i tempi. Vedo finalmente il povero aggregato di case nel quale sono nato, e dove molto ho sofferto, faticato e lottato, insieme a tutti coloro che hanno cooperato per il suo rinnovamento, avviarsi a giorni veramente migliori; vedo il modesto comune della mia fanciullezza, con volto interamente rinnovato, avviarsi all’antico splendore della gloriosa città mediterranea, le cui “immanes ruinae” destarono una profonda emozione nell’animo di Cicerone. Vedo la nuova città, attiva e prospera, specchiarsi su quel mare che, dopo l’ultimo crudele conflitto, torna ad essere una pulsante arteria di traffici, e a ricordarsi, attraverso questa comunione di popolo nel lavoro, di essere stato “acua lustrale” alla Religione che ha dato al mondo il dono delle più alte idealità umane”. “Iddio illumini le nuove vie segnate alla città: coloro che sapranno percorrerle con passo deciso e con l’animo sgombro da ogni meschino egoismo, lo porteranno verso l’adempimento della giustizia sociale, che è nella legge di Dio e nell’ansia degli uomini”. Salvatore Aldisio nacque a Gela il 28 dicembre del 1890. Morì a Roma il 27 luglio del 1964. Le spoglie mortali, traslate subito dopo a Gela, si trovano deposte, assieme a quelle della moglie Maria Antonietta Cultrone, all’interno della chiesa di S. Giacomo.